Omelia per la benedizione della nuova cappella – Faifoli

Carissimi sacerdoti, reverende Monache di clausura, carissimo Padre Fernando, padre generale dell’ordine carmelitano di Antica osservanza, carissimi amici di Montagano con il loro egregio parroco e fedeli tutti: a voi grazia e pace, nel nome del Signore Gesù, che ci ha convocati, qui, con esultanza, in questo meraviglioso tramonto di primavera in fiore.

Giunge oggi a compimento quel sogno, iniziato circa 7 anni fa, da quel giorno in cui qui, in questa terra santa, sono arrivate le nostre Monache carmelitane. Loro stesse hanno di fatto individuato e poi scelto questo luogo. E’ subito apparso loro come luogo ideale per la Clausura. Non solo perché lontano da tante attività, posto in un sito di straordinaria bellezza panoramica, attorniato da una natura intatta. Ma soprattutto perché qui hanno intuito un vero profumo di sanità, che oggi si innesta nel profumo della primavera.

Qui, infatti, è terra santa, consacrata dall’opera di san Pietro Celestino, che qui, nel convento posto accanto alla chiesa romanica, si è formato alla vita benedettina, intorno agli anni 1230. Ora il convento è caduto, ma resta la Chiesa, gioiello di bellezza, rara e ben custodita, anche per il nome di Abbas Peter, impresso nel capitello, sulla porta di ingresso. Una porta che ci ha fatto commuovere alla fine di agosto, quando con una solenne liturgia, abbiamo aperto anche quella porta, come porta santa. Da qui, infatti, è uscito san Pietro Celestino che da papa ha poi lanciato l’inizio del giubileo, all’Aquila, il 28 agosto 1294. Una porta che è quindi origine di tutte le altre porte sante. A dirci, quasi, con umiltà ma anche con fierezza, che se non ci fosse stata questa, non ci sarebbero state le altre.

Ebbene, proprio per questo, la collocazione delle monache in questo sito ha di fatto arricchito, ampiamente, tutto il luogo e reso ancor più ricco di storia, di arte e di spiritualità l’itinerario delle chiese romaniche locali, che ha una ricchezza incalcolabile nella Chiesa parrocchiale di Petrella, nella Chiesa di santa Maria della Strada e in questa chiesa di san Pietro Celestino. Ora chi vorrà visitare e sostare troverà anche questa chiesetta, bella anche se semplice, proprio qui, nel monastero, che ora viene messo sotto la protezione di sant’Elia, fondatore di fatto del grande ramo carmelitano.

Perciò, con voi tutti, specie con i nostri presbiteri (tanto vicini alle nostre monache) e con le Monache carmelitane di Ostuni (che hanno fatto da “garante” per i primi passi di questo monastero Crux ignis), formuliamo un augurio vivissimo, che nasce dalla riflessione sul vangelo di oggi, dedicato all’incontro di Gesù con la samaritana, in Giovanni 4.

Ebbene, ci pare bello poter dire che questo monastero è veramente come una sorgente di acqua viva, che zampilla per la vita eterna! (4,14). E si innesta in questo mirabile dialogo tra lo Sposo, Cristo, e la sposa, la donna samaritana, che intessono un “corteggiamento di amore” che ci fa subito richiamare la forza e la bellezza del dialogo di amore dei nostri mistici carmelitani. Uno sposo che oggi pone qui la sua casa, fatta bella, pur se tanto semplice. Sofferta, per alcune vicende ultime, che sono però in fase di superamento, anche per la buona volontà delle istituzioni, specie del Sindaco della cittadina di Montagano e delle realtà giudiziarie del capoluogo. Un grazie quindi alla vostra preghiera e alla intercessione, vivissima e premurosa, da parte di tutti, perché tutto possa essere superato in chiave di speranza e di luce. Come si sta lentamente e felicemente intuendo.

Una sorgente viva sarà poi soprattutto nei Vespri della domenica. Auguro infatti che la nostra gente, soprattutto nei ritiri ed incontri spirituali, con particolare attenzione ai giovani, possa esprimere qui la dolce tradizione della preghiera serale della domenica. Non andate a far spesa ai supermercati di domenica. Ma viviamo insieme la gioia di gustare queste dolci colline, questi panorami di cielo. Per poi racchiuderli nella preghiera della sera, che sale a Dio come incenso di benedizione.

Verrà così saziata la grande sete che l’uomo di oggi ha nei confronti del divino e del sacro. Sete che va ascoltata e raccolta, come ha fatto Gesù, con la samaritana. Anzi, proprio partendo da quel frammento d’oro che in lei Lui ha intravisto, ha potuto trasformare quella donna ferita in una messaggera efficacissima della sua bellezza di salvatore del mondo. Senza pregiudizi negativi o chiusure inaspettate. Il passato per Gesù non ha nessuna importanza. Ma un cuore aperto, dinamico. Vivo ed insieme nuovo. Come deve essere un monastero, che sa custodire le “cose antiche ed aprirsi al nuovo”, per una fecondità vocazionale, che sarà il sigillo di una impostazione innovativa della vita consacrata, vicina alla gente e solidale con essa.

Qui, su questo monte, verrà adorato Dio in spirito e verità, poiché il Padre cerca tali adoratori!! Cioè, dentro il cuore tuo, in ogni cuore, poiché la bellezza custodisce l’anelito al cielo. E per contagio spirituale, quel Cristo, qui adorato a lungo, verrà anche servito con delicatezza lungo la strade del mondo e nei borghi belli del Molise. Nei confronti dei poveri e degli immigrati e dei giovani senza lavoro, dando ancor più dignità alle zone rurali tipiche del Molise, che qui trovano un sigillo di conferma fedele alla terra, lavorata e fatta bella!

Biondeggino, perciò, i campi del Molise, per le spighe mature, dono tipico di questa mite terra! Uno semini ed un altro raccolga, perché chi semina gioisca insieme a chi miete! ( 4,36). Proprio in stile sinodale, dove la gioia dell’uno è la gioia di tutti.

L’anfora della samaritana resti qui, custodita da voi, sorelle carissime, perché si riempia di forza e di luce, per chiunque verrà a adorare Dio su questo monte. Le ferite della vita diventino feritoie di grazia. E da qui partano, con speranza accresciuta, per correre sulle strade della città degli uomini, in modo che ogni uomo possa ripetere le parole dei samaritani: noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo!i (4,42).

Sotto la protezione di Maria, Flos Carmeli!. Amen.

Faifoli, 19 marzo 2017,

                                                                                                          + p. Giancarlo, Vescovo

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