Carissimi presbiteri e diaconi,
vi ringrazio della vostra buona partecipazione all’aggiornamento del Clero, che abbiamo vissuto con intensa condivisione nella mattinata del 29 dicembre 2021. E’ stato utile lo scambio, anche per cogliere il polso delle nostre comunità in un difficile momento come questo, che ci amareggia e ci preoccupa.
Tre i punti all’ordine del giorno:
- Reazioni pastorali dopo l’omicidio della notte di Natale.
- Come la nostra Chiesa locale intende seguire i lavori del Sinodo Universale.
- La pastorale vocazionale.
Primo punto. Le riflessioni sull’omicidio della notte di Natale.
Grazie delle riflessioni espresse in relazione all’omicidio della notte di Natale. Tutti hanno sottolineato la gravità del fatto, che richiede da noi, come Chiesa locale, alcune scelte coraggiose: essere consapevoli che il male è alla radice del nostro cuore; che non è un fenomeno isolato ma che genera altre paure; che occorre perciò fare rete, con alcuni segni di risposta unitaria, come la Marcia della pace; che occorre molto lavorare sulla pastorale familiare, per sostenere i genitori nel loro compito così importante. Si chiede di creare degli interscambi dei giovani tra le varie nazioni e di rafforzare la adorazione eucaristica il sabato sera, alla Libera. Si facciano intenzioni apposite, nelle nostre comunità durante la Messa, nella preghiera dei fedeli.
Secondo punto: la nostra Diocesi nel Sinodo Universale.
Come si pone la nostra arcidiocesi davanti alle iniziative richieste dal cammino del SINODO UNIVERSALE? . Il vescovo ha presentato con chiarezza le proposte in relazione alle scelte da fare nella nostra diocesi nei confronti del Sinodo universale, suggerite dal gruppo di lavoro. Presentate alla considerazione dei presenti in sala, si è subito posta ai voti la scelta fondamentale: “vuole l’Assemblea dei preti, riuniti nell’aggiornamento invernale del Clero del 29 dicembre 2021, innestare il cammino del Sinodo universale ( S.U.) nell’attuazione del Sinodo Diocesano (S.D.), tenendo anche presente che vi è una grande somiglianza di obiettivi tra i due sinodi, sia nel metodo che nei contenuti?
Infatti il S.U. si è posto la domanda centrale, che sta alla base di tutto il lavoro futuro: “Come si realizza quel cammino sinodale, che permetta alla Chiesa di annunciare il Vangelo, oggi, e quali passi, ispirati dallo Spirito, siamo chiamati perciò a compiere?”.
A sua volta, il nostro Sinodo diocesano ha operato su una linea molto simile: “Conquistati dalla Gioia per il Vangelo, corriamo sulle strade del mondo, come Maria di Magdala, perché è il Vangelo che ci chiede di guardare lontano e tutti insieme!
I passi già compiuti e da compiere per questo innesto.
- E’ stata fatta la nomina dei DUE REFERENTI, da parte della nostra Diocesi, per il Sinodo Universale: Emilia Di Biase e Dottor Antonio Mendozzi, che sono seguiti on-line da Roma
- Abbiamo proceduto a nominare i membri dell’ÈQUIPE DIOCESANA, come richiesta dal l S.U. Sono Pietro e Marina Russo, Giuseppe Cacchione, Antonietta Rocco, Gilda Fantetti, Luisa Cappelletti, Don Pino Romano, padre Abdò, Angelo Palladino, fra Ippolito Fortino (Educatore al Sacro Cuore).
- E’ opportuno ricordare a questo punto che il Sinodo Universale avrà tre fasi, intrecciate tra di loro: a) la fase narrativa che è questa che siamo affrontando, con lo scopo di ascoltare la base e raccogliere le rispettive attese e proposte. La fase copre praticamente quest’anno pastorale. b) Poi vi sarà la fase sapienziale, che intende riflettere su quanto è stato proposto e donato dalla base, per farne preghiera, canto, suggestione, sguardo lontano, tenendo presente che il vero attore del Sinodo è lo Spirito Santo. Sarà lo spazio del prossimo anno pastorale. c) Infine, la fase profetica, che intende dare attuazione alle indicazioni ed attese espresse dalla base, rimeditate nella fase sapienziale e fatte cammino operativo. Il sinodo ci condurrà così al Sinodo che verrà celebrato con i Vescovi del mondo, nell’autunno del 2023, per poi giungere progressivamente al Giubileo del 2025. Come si vede, un cammino lungo ma interessante ed affascinante.
- La nostra diocesi, poiché ha già fatto nei quattro anni il lavoro di coinvolgimento della base, è meglio che valorizzi le linee già espresse nel Liber Sinodali. Altrimenti, sarebbe un po’ come ritornare indietro, con una certa confusione tra la nostra gente. I gruppi Magdala, in fondo, hanno già fatto proprio quello che ora è richiesto alle parrocchie delle altre diocesi. Noi già abbiamo percorso la strada di ascolto della base.
- Ci sembra però utile e necessario seguire comunque i passi importanti del S.U., rispondendo alle domande ivi espresse, coinvolgendo soltanto un piccolo ma significativo gruppo di rappresentanti, che hanno il compito di scavare nel Liber sinodalis per trovare le risposte da offrire alle domande poste dal Sinodo Universale.
- Per questo abbiamo pensato di organizzare questo lavoro di scavo nel Liber Sinodalis all’E’quipe diocesana (vedi numero due), scelti tra coloro che hanno lavorato nel S.D. Dovranno operare su 4 schede, suddivise su quattro percorsi, che intendono affrontare i dieci nuclei tematici di ogni percorso.
- I quattro PERCORSI su cui lavorare sono questi: gli uffici pastorali diocesani; le Parrocchie e le Comunità pastorali; gli organismi di partecipazione ecclesiale (Consiglio pastorale diocesano, consiglio presbiterale, consulta aggregazioni laicali); Gruppi sul territorio e negli ambienti di vita.
- Ogni percorso è strutturato così: un preciso richiamo alla Evangelii gaudium, una introduzione sul tema con alcune brevi indicazioni metodologiche, per poter affrontare i dieci nuclei tematici, tramite precise domande sul tema.
- A loro volta i dieci nuclei tematici servono a favorire il confronto, per capire lo scopo del Sinodo, capire cioè come si realizza oggi quel camminare insieme che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, secondo la missione che le è stata affidata da Cristo, indicando i passi suggeriti dallo Spirito, per crescere come chiesa sinodale.
- Unica è dunque la domanda centrale, in tutti i dieci nuclei tematici. Partendo da questa grande domanda, il lavoro della nostra Commissione specifica servirà a raccogliere le attese e le speranze e lacrime della nostra terra, in un ascolto efficace (ma indiretto!), che va fatto valorizzando il Liber sinodalis, redatto tramite i Gruppi Magdala, che hanno costituito l’ossatura del S.D.
- Le risposte da parte della commissione dovranno essere presentate a Roma, tramite la voce dei nostri due referenti, ai primi di aprile 2022, perché siano così materiale di lavoro per l’Assemblea della CEI, del maggio 2022. A loro volta, i vescovi con i loro esperti, potranno elaborare la prima sintesi delle Chiese, in Italia, per il S.U.
- Ogni percorso sarà affrontato da otto membri della commissione, seguiti da due coordinatori. Questi i loro nomi. Per gli uffici diocesani vi saranno don Pino Romano e p.Abdo; per le parrocchie, il lavoro verrà seguito dal prof. Cacchione e dalla coppia Pietro e Marina Russo, gli organismi di partecipazione vedranno all’opera Gilda Fantetti e Angelo Palladino, mentre gli ambienti di vita saranno coordinati da Antonietta Rocco e Luisa Cappelletti.
- Questi allora i prossimi appuntamenti: l’équipe si incontrerà il martedì 18 gennaio, alle ore 19.00 mentre la commissione inizierà i suoi lavori il 6 febbraio 2022.
- Ma il S.U. è un tale evento di grazia, che ci chiede di tenere desto il nostro cuore nella preghiera di intercessione. E’ bello poi farne parola nelle omelie, elevando al cielo momenti di preghiera specifica.
- Anche per questo, invito fortemente, su suggerimento dell’équipe, di NOMINARE UN DELEGATO PER OGNI PARROCCHIA, che informi, segua i lavori, operi per dare notizie al Consiglio pastorale, scriva dei messaggi alla parrocchia, per la crescita di tutti. E’ una interessante nuova ministerialità, feconda di grazia. Inoltre, l’équipe diocesana intende poi visitare le foranie, per comunicare a tutti le proposte mandate a Roma, spiegando e dialogando così con tutti.
- A questo punto, dopo il vasto confronto in aula, è stata suggerita una scelta specifica: dedicare la domenica 13 febbraio 2022, come giornata del SINODO UNIVERSALE, per mettere in sintonia i nostri fedeli sul cammino che stiamo compiendo, informando bene la nostra assemblea liturgica, con chiarezza, per mettere in luce cosa stiamo facendo e come stiamo operando. Inoltre, vi invitiamo a creare uno specifico momento di preghiera, per il Sinodo universale. Sarà quella anche l’occasione di comunicare ai fedeli la scelta della persona che da voi è stata incaricata di seguire il Sinodo universale, come sopra indicato.
Terzo punto: la PASTORALE VOCAZIONALE in diocesi
L’argomento è stato trattato con grande competenza e preparazione da don Mauro Geremia e dal nostro studente di teologia, Gregory Pavone, che già aveva scritto un interessante articolo come recensione di un libro di un Rettore di Seminario, don Enrico. Il titolo del libro era volutamente provocatorio: Rifare i Preti.
Le forze in campo.
E’ a questo punto, come premessa, dare un’occhiata alle forze in campo, per la nostra Diocesi. Oltre al diacono Angelo Del Vescovo, che vive con benedizione insieme a don Fabio, nella canonica di Macchiagodena, si tenga poi in conto che attualmente nel Seminario di Chieti vi sono solo due studenti: al sesto anno, Gregory Pavone e al terzo lo studente di origini Nigeriane, Emmanuel.
Al Seminario Diocesano Missionario che sta a Sepino vi sono una decina di studenti di teologia, che camminano con un loro chiaro percorso di Formazione, seguendo le Lezione in DAD, collegandosi con la facoltà teologica svizzera di Lugano. Sono legati al cammino neocatecumenale.
Inoltre, a Cercemaggiore vi sono tre studenti di teologia, che seguono con fedeltà la vita del Seminario di Napoli, come studenti interni. Sono tutti e tre di origine nigeriana: Gabriel (che segue i corsi di specializzazione, come teologia dogmatica, nel biennio di licenza) e Emmanuel e Rafael. A questi tre, va aggiunto lo studente Mark, che ha finito gli studi teologici e fa vita comune con padre Mattia, nella parrocchia di Castelpetroso centro (san Martino!).
La fatica odierna per una autentica Pastorale vocazionale.
La riflessione è stata subito chiara e illuminante da parte dei due relatori. Ha messo in luce il complesso contesto di scolarizzazione in cui oggi opera la Chiesa in Italia che richiede di essere ben conosciuto. La Chiesa infatti non ha più un ruolo politico diretto, sempre meno sono i praticanti, specie tra i giovani da accompagnare a mete alte della vita come il sacerdozio o la vita religiosa. La fede sta diventando irrilevante, non diamo fastidio più a nessuno,; tranne il papa, che viene amplificato nei suoi preziosi interventi, la voce dei vescovi o dei parroci è ignorata, di fatto, nel nostro tessuto sociale e politico e culturale. Il clima etico che respiriamo è di diffuso individualismo e l’ambiente sociale è intessuto di amara solitudine.
Questo crea nel cuore dei nostri preti un senso di inutilità e di frustrazione. Facilmente un parroco va in crisi, in questa pandemia, che sembra non finire più. Ha una sofferta sensazione di “vuoto”, anche per la carenza di incontri veri e solidi, che comporta anche per i Vescovi una impossibilità nella programmazione, cioè nel costruire futuro, che doni senso di appartenenza al nostro camminare.
Questa analisi lucida ha il merito di metterci in stato di missione. Proprio perché è così, se ci rassegniamo periremo. Se invece accresciamo la nostra proposta, rivivremo! Se infatti ci conformiamo nella nostra proposta evangelica alla mancata risposta dei fedeli, tutto sarà un fallimento. Se invece raccogliamo la sfida di questo mondo complesso, tutto sarà intessuto di stato di missione, lungo lo stile del cammino sinodale, potremo dare alo mondo quelle cose che nessuna potrà offrire all’umanità di oggi: cioè l’incontro con il Cristo, vivo e vero.
Anche il Seminario, allora, va messo in discussione, per vedere come renderlo una vera palestra che possa preparare i giovani ad affrontare questo mondo.
Sono state perciò PROPOSTE alcune idee nuove:
- Il seminarista sia soprattutto un discepolo felice, che si mette in cammino dietro le orme spesso insanguinate del Cristo, veramente di lui
- La formazione, specie nel triennio, deve perciò essere solida e fondativa di questa relazione vitale con il Signore. Nulla anteporre cioè all’amore del Cristo. Così deve essere impostato il triennio teologico e filosofico.
- Il biennio successivo va orientato a far sentire al candidato l’odore delle pecore, come ci chiede con insistenza papa Francesco, in quella radicalità evangelica che si fa soprattutto zelo, per vincere il gelo del nostro tempo accidioso.
- A sua volta, l’anno di propedeutica deve segnare un netto taglio dalla precedente esperienza di vita, per poi ritrovare con cuore nuovo l’ingresso nella storia nell’anno del Sono paralleli i due atteggiamenti. Meglio ancora, sono speculari. Quel mondo che il seminarista lascia con decisione, lo ritrova poi visitato con passione. Meglio ancora se quest’anno prezioso potrà essere svolto nella casa di un bravo prete, che accoglie e guida e verifica ed entusiasma.
- Mai deve mancare perciò in noi parroci e diaconi la passione per le vocazioni e la cura della intera pastorale vocazionale, creando nel cuore quella paternità che sa suscitare nuovi germogli di speranza, anche oggi, tra i giovani di oggi.
- E’ però necessario che i giovani vedano in noi, preti e diaconi e relativo consiglio pastorale, quella armonia di azione che oggi è necessaria per il cammino sinodale in atto. Senza questo clima di unità e di comunione non saremo capaci di suscitare risposte vocazionali, perché non sentiranno in noi quel calore fraterno che affascina e rimotiva un ragazzo a farsi prete!
- Da qui, la proposta, non facile da attuare, che suggerisce di collocare un piccolo gruppo di seminaristi in una canonica, al di fuori del Seminario, sotto la guida di un bravo prete, quasi addottati da una intera comunità parrocchiale.
Le sette proposte, qui sommariamente sintetizzate, vanno ovviamente incarnate nella concretezza di una diocesi. E’ comunque interessante vedere che il Seminario non è una realtà lontana (anche se Chieti, di fatto, lo sentiamo un po’ lontano!). Ma interagisce, chiede dialettica di relazioni, domanda comunione. E grazie ancora a tutti gli educatori che vi operano!
Soprattutto, ci fa vedere che solo se saremo uniti e compatti potremo essere attrattivi nel campo vocazionale; solo in stile sinodale si opera con frutto. Allora potremo accompagnare i candidati lungo gli anni della loro formazione, con vera paternità e fraternità. Tutta la comunità, ogni comunità è coinvolta. Non ci sono deleghe, ma solo corresponsabilità, in tutti, nel campo vocazionale.
Queste dunque le scelte che in questa assise preziosa del nostro Clero diocesano abbiamo meditato e deciso. Ve le comunico, nella certezza che saranno di grande lucidità pastorale, per i passi futuri da fare insieme.
Nel ritiro del 18 gennaio potremo riprenderne alcuni punti.
Grazie a chi ha potuto partecipare e grazie a chi, non potendo, si è unito a noi, nella preghiera di intercessione.
Campobasso, 12 gennaio 2022.
+ p. GianCarlo, Vescovo.