LA “LUCE DELLA PACE DI BETLEMME” IN MOLISE
“DONA PENSIERI DI PACE”
Sabato 13 dicembre 2025 – Cattedrale della Santissima Trinità, ore 18.00

L’Arcidiocesi di Campobasso-Bojano e l’AGESCI – Regione Molise invitano tutta la comunità diocesana a partecipare all’arrivo della Luce della Pace di Betlemme, che giungerà sabato 13 dicembre ore 18.00 presso la Cattedrale della Santissima Trinità di Campobasso.

Da quarant’anni questa iniziativa, portata avanti dagli scout europei, diffonde in tutta Europa un semplice ma profondo messaggio di fraternità e speranza. La fiamma nasce dalla lampada ad olio che arde da secoli nella Chiesa della Natività a Betlemme, alimentata grazie all’olio donato a turno dalle Nazioni cristiane del mondo. Ogni dicembre, da quella luce originaria vengono accese migliaia di fiammelle che raggiungono molti Paesi come segno di pace e di amicizia tra i popoli.

Il tema scelto per quest’anno, “Dona pensieri di Pace”, ci invita ad alimentare la pace ogni giorno, con piccoli gesti, creatività e perseveranza. Questa luce, che affronta ogni anno un lungo viaggio da Betlemme all’Europa, ci ricorda che non dobbiamo scoraggiarci davanti alle difficoltà, ma impegnarci a portare speranza nelle nostre comunità.

La Luce non si fermerà soltanto nelle chiese e nelle piazze, ma verrà portata nei luoghi dove la vita è più fragile e spesso segnata da solitudini o difficoltà: case di riposo, carceri, ospedali, RSA, case famiglia e realtà di accoglienza. Questo cammino vuole ricordare che la pace non può escludere nessuno e che la luce diventa autentica quando raggiunge anche quelle realtà che più hanno bisogno di sentirsi accompagnate e valorizzate.

PROGRAMMA DELL’EVENTO IN MOLISE

CAMPOBASSO – FERRAZZANO

  • Ore 17:00 – Ritrovo in Piazza Emanuele II
  • Ore 18:00 – Santa Messa in onore di Santa Lucia presso la Cattedrale della Santissima Trinità
  • Ore 19:00 – Fiaccolata verso Sant’Antonio Abate e Veglia

TERMOLI – CAMPOMARINO

  • Ore 18:00 – Ritrovo davanti alla Cattedrale di Santa Maria della Purificazione
  • Ore 19:00 – Veglia

ISERNIA – VENAFRO

  • Ore 18:00 – Ritrovo davanti alla Cattedrale di San Pietro Apostolo
  • Ore 19:00 – Veglia

L’arrivo della Luce sarà un’occasione di comunione e partecipazione per tutta la regione. Tutta la comunità diocesana, i gruppi giovanili, associazioni, movimenti e chiunque desideri condividere un segno di pace sono invitati a partecipare e a far risplendere questa fiamma nelle proprie case e nelle proprie realtà.

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Omelia di S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni in occasione dell’arrivo della “Luce della Pace di Betlemme” –  Sabato 13 dicembre 2025 – Cattedrale della Santissima Trinità di Campobasso.

VEDERE CON GLI OCCHI DELLA FEDE. L’AVVENTO CHE TRASFORMA IL DESERTO

Abbiamo iniziato il tempo di Avvento con l’invito ad accogliere il Signore nel deserto, un richiamo che ritorna anche nella seconda domenica. Il deserto non è solo un luogo lontano, ma può diventare l’esperienza del tempo in cui viviamo: è aridità, solitudine, mancanza della percezione della vicinanza di Dio. Tuttavia, proprio nel deserto la Scrittura ci invita alla gioia, perché ciò che appare sterile può fiorire. Anche la terra arida e la steppa sono chiamate a rifiorire.

Per questo siamo invitati ad affidarci a Dio, perché trasformi i momenti di buio e di deserto della nostra vita in serenità, in capacità di riconoscere il senso dell’esistenza e il modo di abitarla. Due atteggiamenti ci aiutano in questo cammino: imparare a vedere bene e riconoscere, attraverso questa vista, i segni concreti della presenza di Dio.

Nel Vangelo, Gesù risponde a Giovanni Battista invitandolo a riferire ciò che si vede e si ascolta. Più volte ritorna il tema del “vedere”: è necessario educare lo sguardo. In questo senso, l’esempio di santa Lucia diventa illuminante. Con la sua vita, ella insegna come guardare anche quando il dubbio si affaccia, come accadde a Giovanni Battista.

Giovanni è colui che ha conosciuto Gesù fin dal grembo materno, che lo ha riconosciuto al battesimo e ne ha proclamato la grandezza. Eppure, nel momento della prigionia e della sofferenza, arriva a interrogarsi: “Sei tu colui che deve venire?”. Questo ci ricorda che nel cammino verso il Natale nulla va dato per scontato. La superficialità impedisce di andare in profondità. Celebrare la nascita di Gesù non può ridursi a un’abitudine: è necessario chiederci quale consapevolezza abbiamo e come l’attesa possa diventare vero incontro.

Presi dai preparativi esteriori, rischiamo di trascurare l’accoglienza del Signore nella nostra vita. È necessario, come Giovanni Battista, guardare con gli occhi della fede. Santa Lucia ci insegna proprio questo: di fronte alla difficoltà e alla prova, ella sceglie di vedere con lo sguardo interiore ciò che Dio le indica. La sua fede le permette di riconoscere la volontà del Signore e di affidarsi a Lui, fino al martirio.

Anche noi siamo chiamati ad aprire gli occhi del cuore e a interrogarci: chi è Gesù per me? A chi viene? Perché viene? Se ci poniamo queste domande non ci distraiamo, ma approfondiamo, diventando più accoglienti e preparati ad accogliere il Signore nella nostra storia. Il dubbio, infatti, non è sempre negativo: diventa occasione di crescita quando spinge a cercare e a rifondare la fede, evitando di viverla per semplice abitudine.

Gesù non promette di risolvere ogni problema, ma invita a riconoscere i segni della sua presenza: i ciechi che vedono, gli zoppi che camminano, i deboli che ritrovano forza. Sono segni che chiedono di essere letti con fede. Così anche le luci del Natale, belle e significative, rischiano di restare esteriori se non diventano stimolo ad accendere una luce interiore. Quando il cuore si lascia illuminare, il Natale non si spegne con la fine delle feste.

I segni della presenza del Signore sono già nella nostra vita, nella testimonianza dei santi, nell’opera dello Spirito che sostiene e guida. Sta a noi imparare a riconoscerli. Chi è, allora, il Signore che viene nella piccolezza? Che posto ha nella mia vita?

Lasciamoci illuminare dal Signore, perché ci doni la vista del cuore e della fede, capace di incontrarlo davvero nel Natale e di gioire della sua presenza. Il mondo può sembrare un deserto, ma Dio promette che fiorirà. Questa promessa non è una favola: si realizza attraverso la nostra disponibilità. Dio si fida di noi e affida a ciascuno la responsabilità di testimoniare la luce che viene nel mondo. Vivere il Natale significa accogliere questa fiducia e diventare, con la nostra vita, luce per gli altri.

 

Veglia di conclusione dell’evento alla Parrocchia dei Santi Angelo e Mercurio a Campobasso.

LA PACE NASCE DA GESTI CONCRETI

Mi domando che cosa davvero vi rimanga dentro. Perché è importante saper trasformare ciò che proponiamo e ciò che sentiamo in qualcosa di reale. Dio ha amato l’umanità e, quando l’uomo lo ha rifiutato e si è smarrito, non è rimasto nell’astratto: ha compiuto un gesto concreto, storico. Si è fatto carne, ha mandato suo Figlio in mezzo a noi, assumendo fino in fondo le conseguenze di questo amore. L’esito lo conosciamo: Gesù è stato ucciso, ha pagato con la vita la concretezza del suo amore.

Ora si avvicina il Natale. Ognuno si prepara in modi diversi. È la nascita di Gesù e che porta la pace. Ma a chi la porta? Dove arriva questa pace? E soprattutto, chi è chiamato a portarla?

Questa veglia può essere davvero ricca di significato a una condizione: che ci sia uno spazio di silenzio. Troppe parole rischiano di scivolare via. Fermatevi un momento, guardando dentro di voi, e trovate un aspetto della vostra vita che possa diventare un gesto concreto di pace.

Altrimenti continueremo ad aspettare che la pace accada per magia a Natale, che la realizzino i potenti della terra, le associazioni, i movimenti. Tutto questo è buono, ma non basta. Se ciascuno di noi non è capace di compiere un gesto reale, storico, che nasce dalla propria vita, dal luogo e dalle persone che incontra ogni giorno, la pace non si costruirà. Rimarrà solo un desiderio. Eppure Dio è stato concreto: Gesù è nato, è venuto davvero.

Per questo vi chiedo di dare forma concreta al vostro desiderio di pace, al vostro impegno e alla vostra volontà di pace. Può voler dire riconciliarsi con una persona; può significare scegliere, come stile di vita, di stare accanto al più fragile, a chi è preso in giro, facendolo diventare un amico vero.

Può essere imparare a rispettare di più i propri genitori, anche quando sembrano pesanti, accogliendoli perché si sa che ci consegnano il bene. Può riguardare la scuola, la classe, con tutte le etichette che diamo ai compagni: qual è il mio atteggiamento concreto per costruire pace con ciascuno di loro?

Se non facciamo questo, continueremo solo a parlare di pace. Intanto la realtà ci mostra ogni giorno la guerra, al punto che persino i media sembrano abituarci a questo linguaggio. Per questo è necessario un atteggiamento diverso. A voi, che siete giovani, chiedo un gesto concreto. Lo farete davanti a Dio, senza che nessuno vi chieda conto. Ma se vogliamo che Dio sia davvero concreto con noi, dobbiamo esserlo anche noi nella nostra vita. Altrimenti questo momento insieme, resterà una bella veglia, ricca di simboli. Ma che cosa rimane davvero? Forse solo un buon sentimento, una bella esperienza di condivisione. La luce di Betlemme, però, è una luce che deve ardere: se si spegne, non serve. O illumina e scalda, oppure è inutile. Se avete accolto quanto vi è stato suggerito questa sera, lasciate che quella luce illumini e riscaldi gli altri. Altrimenti resta una lampada spenta.

La Parola di Dio è efficace e concreta: Dio disse «Sia la luce» e la luce fu. La sua Parola compie ciò che annuncia. Così, la benedizione che vi impartisco renda reale e fecondo l’impegno che scegliete di vivere in questo Natale.

Un’ultima cosa: non barate. Si può ingannare chiunque, ma con il Signore è difficile. O riconoscete davanti a Dio che non ve la sentite, oppure prendete un impegno con il coraggio di mantenerlo, per diventare davvero costruttori di pace. La pace non arriva da sola: si costruisce ogni giorno, e ciascuno deve fare la propria parte.

Scegliete un gesto concreto di pace da portare avanti. E sappiate questo: l’impegno che avete preso dovete mantenerlo, ma Gesù vi precede. Lui compirà gran parte di ciò che avete scelto, donandovi tutto ciò che è necessario perché voi possiate fare la vostra parte. Questa è la gioia del Natale: sapere che il Signore ci ama davvero e ci sostiene.Inizio modulo

13 dicembre 2025  

+ S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni