L’Ufficio Catechistico dell’Arcidiocesi di Campobasso – Bojano annuncia con gioia il Giubileo dei Catechisti Diocesani, che si terrà nei giorni 26 e 27 settembre 2025 presso la Basilica Minore dell’Addolorata di Castelpetroso.
L’evento rappresenta un’occasione preziosa per tutti i catechisti della diocesi, chiamati a ritrovarsi nel cuore dell’anno giubilare per un momento di preghiera, comunione ecclesiale e formazione, riscoprendo insieme la bellezza e la responsabilità del proprio servizio nella Chiesa.
Il programma si aprirà venerdì 26 settembre alle ore 16.00 con l’accoglienza dei partecipanti e culminerà nella Solenne Celebrazione Giubilare, presieduta da S.E. Mons. Biagio Colaianni, Arcivescovo di Campobasso – Bojano, alle ore 17.00 nella Basilica Minore dell’Addolorata. Seguirà un momento di fraternità e animazione musicale e teatrale, curato dal gruppo “Voi siete di Dio” di Gambatesa.
La giornata di sabato 27 settembre sarà dedicata alla riflessione formativa sul tema:
“Catechesi e inclusività: sfide e opportunità”, con la relazione della Dott.ssa Agata Salanitro, referente dell’Ufficio Catechistico Diocesano per la catechesi delle persone disabili, seguita da una testimonianza diretta di una catechista impegnata sul campo.
Questo appuntamento vuole essere un segno concreto del cammino sinodale della nostra Chiesa locale, che pone al centro l’ascolto, l’accoglienza e la formazione continua di chi ogni giorno annuncia il Vangelo con dedizione e passione.
L’Ufficio Catechistico invita tutti i catechisti della diocesi a partecipare attivamente, portando con sé il desiderio di rinnovare il proprio impegno alla luce della misericordia di Dio e dell’amore per la comunità.
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Omelia di S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni in occasione del Giubileo dei Catechisti –
Basilica Minore dell’Addolorata 26 – 27 settembre 2025
Carissimi,
Le letture scelte per questa celebrazione sono in perfetta sintonia con lo spirito della Giornata Giubilare dei Catechisti e delle Catechiste. Un momento di riflessione e preghiera non solo per voi che portate avanti il ministero della catechesi, ma per tutta la comunità ecclesiale, compresa quella di Vinchiaturo, qui oggi presente. Non è una festa riservata: è una chiamata rivolta a tutti, perché l’annuncio del Vangelo è missione condivisa.
Un pensiero va anche al linguaggio che usiamo. Spesso si ricorre al maschile per definire ruoli e compiti, ma oggi è giusto parlare al femminile, perché il vostro servizio nasce da una disponibilità profonda, che affonda le sue radici nella maternità spirituale che incarnate. È un dono prezioso: come Maria, che nella sua maternità ha saputo condurre a Gesù, così anche voi, attraverso la fede, aiutate altri a incontrarlo.
La prima lettura ci riporta al tempo in cui il popolo di Israele, chiamato a ricostruire il Tempio, si lascia però distrarre da altri impegni, altre gioie. Il Tempio resta vuoto, incompiuto. Ma il problema non è solo architettonico: ricostruire il Tempio significa fare spazio a Dio nella propria esistenza.
Allora come oggi, serve coraggio. Il profeta lo ripete tre volte: “Coraggio!”. È un invito che risuona forte anche per voi, catechisti e catechiste, che annunciate Cristo in contesti a volte difficili. Coraggio, però, non è solo forza di volontà. È consapevolezza che Dio è con voi. È lui a dirlo con chiarezza: “Io sono con voi”. Non siete soli mentre parlate di Dio. Il suo Spirito è con voi, guida le vostre parole, vi suggerisce pensieri, vi illumina anche quando non ve ne accorgete.
Gesù è l’unico vero Maestro. Noi siamo strumenti nelle sue mani. Non portiamo noi la salvezza, ma permettiamo che Dio possa parlarci attraverso la nostra vita, la nostra testimonianza. Non possediamo nulla: siamo servitori, amministratori, chiamati ad annunciare Cristo con umiltà.
Non lasciatevi scoraggiare dai numeri o dalle difficoltà. Se una volta le chiese erano piene, oggi forse non lo sono. Ma Dio agisce comunque, spesso in modi misteriosi. Vi racconto un fatto sorprendente: in Francia, un Paese che sembrava aver dimenticato Dio, in migliaia chiedono oggi il battesimo. È Dio che opera, e lo fa anche attraverso di voi.
Non è importante il numero dei bambini nei vostri incontri. Che siano 5, 10 o 40, ciò che conta è che portiate Cristo a ciascuno. Anche un solo cuore che scopre Gesù ha un valore eterno. Non lasciatevi abbattere, non pensate che servano grandi numeri per dare senso alla vostra missione. Ogni catechista è un costruttore di comunità, un artigiano della fede, proprio come disse Papa Francesco.
Il Vangelo ci mette di fronte a una domanda che Gesù pone direttamente: “Chi dite che io sia?”. Non è solo una domanda per gli apostoli, ma per ciascuno di noi, oggi. Chi è Gesù per te, catechista? Una figura da insegnare? Un modello morale? Oppure la Persona viva che ti ha amato fino alla croce e continua ad amarti anche quando sbagli?
Se non si coltiva questo rapporto personale, rischiamo di ridurre l’annuncio a una lista di valori. Ma il cuore della catechesi è Cristo stesso, non le sue qualità, non i suoi insegnamenti, ma la sua persona viva, che ama, salva, e chiama.
È importante insegnare ad essere buoni, rispettosi, solidali. Ma non possiamo fermarci lì. Il nostro compito è annunciare Gesù Cristo, farlo conoscere e amare. E questo è possibile solo se lo incontriamo noi per primi, nel silenzio della preghiera, nella comunione con lui.
Il vostro servizio è proprio questo: far incontrare Gesù, perché chi lo incontra, impara ad amarlo, anche quando essere fedeli costa, anche quando seguire il Vangelo significa portare la croce.
Papa Francesco vi ha chiamati “artigiani di comunità”. Voi, con semplicità, mettete insieme persone diverse per farle vivere nella comunione di Gesù Cristo. Per questo siete anche catechisti della speranza, pellegrini verso il Giubileo, testimoni del fatto che la speranza non delude, perché poggia sul Signore.
Dio sceglie ciò che è piccolo, normale, semplice – proprio come voi – per fare cose grandi. E allora vi ringrazio, perché nella semplicità della vostra vocazione, siete strumenti del suo amore.
Avete mai pensato che essere catechisti è un privilegio? Non perché siate laureati o esperti, ma perché Dio vi ha scelti. Siete chiamati a educare all’amore, a formare alla fede, a testimoniare Gesù Cristo crocifisso e risorto. Non aspettate gratificazioni o applausi. Il vero riconoscimento viene dal Signore, che vi accompagna, vi sostiene, e agisce attraverso di voi.
Allora, buon cammino! Siate fieri e coraggiosi, perché state servendo il Figlio di Dio, morto e risorto per amore nostro.
26 settembre 2025
+ S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni