Nella splendida cornice della Cattedrale di Campobasso, dedicata alla Santissima Trinità, si è svolto un momento di profondo significato spirituale e artistico: la benedizione e la presentazione ufficiale di una nuova icona, scritta e donata dall’archeologa e iconografa Gabriella Di Rocco.

Quest’opera, frutto di anni di studio e dedizione, raffigura la Trinità secondo l’antica e profondamente simbolica iconografia di Andrej Rublëv, grande maestro russo del XV secolo. L’icona rappresenta i tre angeli visitatori di Abramo, interpretati come immagine del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: una sintesi visiva della comunione divina, dell’amore perfetto e del mistero trinitario.

“Molti non hanno colto che ci sono tre altari nella nostra Cattedrale: è un richiamo alla Trinità – spiega Gabriella – un dettaglio simbolico potente, che si intreccia con l’arte dell’icona, dove nulla è casuale”.

Gabriella si è formata presso la scuola di iconografia dello Scriptorium di Perugia, diretta dal maestro Giovanni Raffa, che l’ha guidata nell’apprendimento delle tecniche bizantine: dalla preparazione della tavola alla stesura della foglia oro, fino all’uso di pigmenti naturali legati con emulsione d’uovo.

Profonda e intensa la riflessione di Mons. Biagio Colaianni, che in dialogo con l’artista ha condiviso un ricordo personale: «Anni fa, durante il mio servizio in parrocchia, ebbi l’opportunità di accogliere un iconografo ortodosso rumeno, custode di una tradizione millenaria. Ricordo come lavorasse immerso nel silenzio e nella preghiera, osservando il digiuno e rifiutandosi di firmare le sue icone, perché si considerava semplice strumento nelle mani di Dio. Da quell’esperienza ho compreso che l’atto di scrivere un’icona è un gesto sacro: non è soltanto creazione artistica, ma apertura al mistero, finestra sul divino, spazio di preghiera. Questo stesso spirito, lo ritrovo oggi nella nostra Cattedrale: ogni dettaglio dell’icona è carico di significato. Guardarla e meditarla è già un atto di preghiera».

La nuova icona della Trinità, esposta e benedetta nel giorno della festa della Santissima Trinità e della dedicazione della Cattedrale, è stata accolta con grande emozione. Il parroco ha spiegato come, nella spiritualità orientale, l’icona non sia soltanto immagine, ma presenza, e quindi spazio di comunione e contemplazione.

Durante la liturgia, è stato sottolineato come l’icona sia collocata vicino alla cappella del Santissimo Sacramento, offrendo così ai fedeli l’occasione di pregare davanti ad essa in profonda unione spirituale, anche con i fratelli ortodossi.

“Ogni dettaglio dell’icona – ha spiegato S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni – ha un significato profondo. Nulla è lasciato al caso. Guardarla, comprenderla, significa già pregare”.

La benedizione è culminata in un gesto solenne: incensazione, preghiera e invocazione della grazia dello Spirito Santo, affinché questa icona diventi segno di salvezza, protezione, guarigione e comunione per tutti coloro che si accosteranno ad essa.