Ogni anno, il piccolo borgo di Guardiaregia in Molise si anima di devozione, tradizione e spirito comunitario per celebrare San Nicola, figura profondamente radicata nella memoria collettiva del paese. Tra riti religiosi, momenti conviviali e ricordi che si rinnovano di generazione in generazione, la festa rappresenta non solo un appuntamento liturgico, ma anche un’occasione di rinascita per il tessuto sociale e culturale del paese.
La festa di San Nicola è il filo che unisce passato e presente, intrecciando fede, tradizione e identità. Dalle parole del parroco all’impegno delle istituzioni, fino all’affetto sincero della comunità, emerge il ritratto di un paese che resiste con orgoglio al tempo che passa. In un’epoca in cui tanti borghi rischiano l’oblio, celebrare San Nicola diventa un atto di speranza e appartenenza: un modo per dire che a Guardiaregia le radici non solo tengono, ma continuano a far fiorire il futuro.
Omelia di S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni in occasione della festa di San Nicola a Guardiaregia (CB) nella parrocchia di San Nicola di Bari
La Scrittura è la nostra maestra. È la Parola di Dio che ci istruisce, ci guida e ci ammaestra nel cammino della fede. Come ci mostra il brano del Vangelo, è Dio stesso che ci educa, così come ci è presentato nella figura dell’eunuco della prima lettura, che desidera essere istruito perché da solo non riesce a comprendere ciò che legge. Quando Filippo gli chiede: “Capisci quello che stai leggendo?”, egli risponde: “Come potrei, se nessuno mi guida?”.
Anche noi, come l’eunuco, dobbiamo lasciarci guidare dalla Sacra Scrittura. Spesso diamo per scontato di conoscere il Signore, di sapere cosa vuole e cosa desidera da noi. Procediamo nella vita convinti di fare la sua volontà, di evangelizzare i nostri contesti quotidiani, ma ci chiediamo davvero se comprendiamo quello che leggiamo, quello che viviamo, quello che testimoniamo?
Comprendiamo il senso profondo della nostra fede, a partire da Dio? La Scrittura deve essere presente nella nostra vita, dobbiamo imparare ad ascoltarla con cuore aperto. I santi non sono diventati tali per un’improvvisa illuminazione, ma perché si sono lasciati ispirare da ciò che Dio dice. San Nicola ne è esempio: ha ascoltato la Parola, si è lasciato guidare da essa e l’ha incarnata nella carità e nella coerenza della sua vita.
Anche noi, in virtù del nostro battesimo, siamo chiamati ad annunciare e testimoniare il Vangelo. L’ascolto della Parola non è come una lezione scolastica: è un ascolto profondo, interiore, perché il Signore abita il nostro cuore, la nostra mente, la nostra volontà.
San Paolo lo aveva compreso: “Per me vivere è Cristo”. Si trovava diviso tra il desiderio dell’incontro pieno con Dio e la necessità di restare nel mondo per servire. Anche noi dobbiamo scegliere come vogliamo vivere: in modo mediocre o con autentica fede? Egoisticamente o aprendoci all’altro?
San Nicola è stato un ponte tra Oriente e Occidente, un testimone dell’unità della Chiesa, costruita con la carità e il servizio. Il Papa ha recentemente ricordato l’importanza di costruire ponti tra popoli, culture e nazioni: San Nicola ha incarnato questo desiderio con la sua vita.
Il Signore è sempre lo stesso: amore, pace, unità, fraternità, servizio, dono di sé. I santi, ciascuno a suo modo, rendono visibili questi tratti del volto di Dio. Ma se la festa di San Nicola resta solo una celebrazione esterna – una processione, un momento comunitario – allora rischia di non incidere nella nostra vita cristiana.
Oggi siamo invitati a ricevere l’istruzione interiore della Scrittura, a farla nostra e testimoniarla sull’esempio dei santi. Celebriamo non semplicemente una ricorrenza, ma la traslazione delle reliquie di San Nicola, segno del desiderio che egli stia con noi, nelle nostre vite, per custodirci, proteggerci e aiutarci a costruire ponti.
San Paolo scelse di restare in mezzo agli uomini per testimoniare il Signore. Così anche le reliquie di San Nicola furono portate a Bari perché potesse continuare ad essere vicino al popolo. Oggi, la vostra devozione esprime il desiderio che San Nicola sia presente qui, tra voi, per condurvi a Cristo.
Ma se tutto si esaurisce in una festa esteriore, domani si torna alla normalità e nulla cambia. Allora, cosa significa fare festa se non incontrare Cristo, grazie anche all’intercessione di San Nicola?
Seguire il Signore, lasciarsi istruire dalla Scrittura e nutrirsi di Lui nell’Eucaristia: questo è il vero senso della festa. Solo così potremo diventare, come Gesù, pane spezzato per gli altri.
San Nicola, nella carità, ha offerto sé stesso. Tutti ricordiamo il gesto delle tre borse di denaro per salvare tre ragazze dalla miseria: prima di offrire l’oro, aveva accolto la loro sofferenza nel cuore. Senza un cuore disponibile, l’offerta materiale non basta. Non basta dare un’offerta per sentirsi buoni: la vera ricchezza da donare è quella del nostro cuore.
Oggi, chiediamoci: quale oro, quale tesoro del nostro cuore siamo disposti a offrire? È più difficile donare la propria pazienza, misericordia, disponibilità, tempo, amore… ma è questo il vero senso della festa.
San Nicola ci istruisca a offrire questa ricchezza, così potremo davvero onorare la sua presenza in mezzo a noi, con il desiderio di proteggerci, aiutarci e guidarci nella nostra vita cristiana.
09 maggio 2025
+ S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni