La festa di Sant’Antonio Abate, che si celebra ogni anno il 17 gennaio, rappresenta un’importante tradizione per la città di Campobasso, con radici che affondano nei secoli passati. Sant’Antonio, venerato come protettore degli animali e dei contadini, è sempre stato una figura simbolica per la comunità, fortemente legata alla terra, all’agricoltura e all’allevamento. La festa, che unisce celebrazioni religiose e momenti di convivialità, riflette un legame profondo tra la spiritualità e la vita rurale che ha caratterizzato Campobasso nel corso dei secoli.
Ogni anno, la parrocchia si raccoglie in preghiera per onorare il santo, ma la celebrazione è molto di più di un semplice rito liturgico. È una vera e propria occasione di condivisione e spiritualità, un momento che va oltre il religioso per diventare un’esperienza collettiva di comunità. La festa di Sant’Antonio è infatti un’opportunità per rinnovare il senso di appartenenza e di solidarietà, tra fede, tradizione e cura per il prossimo. La figura di Sant’Antonio invita a riflettere sull’importanza della protezione reciproca e della cura per la natura, temi che restano centrali nella vita quotidiana della città.
La celebrazione si distingue per alcune tradizioni particolarmente sentite, come la benedizione degli animali. Quest’ultimo è uno dei momenti più suggestivi e partecipati della festa, con numerosi cittadini che portano i propri animali domestici in chiesa per ricevere la benedizione. La cura degli animali, vista come un atto di devozione verso la natura e le creature di Dio, rappresenta un richiamo al rispetto e alla responsabilità che la comunità ha nei confronti di tutte le forme di vita.
Un’altra tradizione significativa è la preparazione e la distribuzione dei “panetti” di Sant’Antonio, che benedetti vengono offerti ai fedeli come simbolo di protezione e benedizione. Questi gesti quotidiani si mescolano con la dimensione spirituale, rendendo la festa un momento di unione che coinvolge tutti, dai più giovani ai più anziani.
La festa non è solo un’occasione religiosa, ma anche un momento di convivialità che rinforza i legami sociali. Le celebrazioni si estendono anche alle strade e alle piazze della città, dove si svolgono cortei, cene e festeggiamenti popolari. In questo contesto, la preghiera si intreccia con la socializzazione, creando un equilibrio tra la dimensione spirituale e quella più mondana della festa. È proprio questo connubio che rende l’evento ancora più significativo: la fede, che ispira e guida, e la convivialità, che favorisce il rafforzamento dei legami tra i membri della comunità.
La partecipazione attiva della cittadinanza è un altro elemento distintivo di questa festa. I volontari si dedicano con passione all’organizzazione, dalla preparazione dei “panetti” alla decorazione della chiesa, fino alla gestione delle varie attività. La collaborazione tra i membri della comunità, unita alla preghiera e alla devozione, rende la festa di Sant’Antonio un atto collettivo che riflette la generosità e l’impegno di ciascun individuo.
La festa rappresenta, infine, un’importante opportunità per trasmettere alle nuove generazioni il valore della fede, della cura per gli altri e per il creato. In un’epoca in cui molte tradizioni rischiano di perdersi, la festa di Sant’Antonio è un’occasione per educare i giovani al rispetto delle radici culturali e spirituali che fanno parte della loro identità. In questo modo, la comunità di Campobasso continua a crescere nella solidarietà e nella speranza, con la consapevolezza che il legame con la tradizione rappresenta una forza vitale per il futuro.
La festa di Sant’Antonio Abate è molto più di un evento religioso: è un momento di unione che celebra la fede, la cura per la natura e il sostegno reciproco, valori che restano fondamentali per la comunità di Campobasso. Ogni anno, il 17 gennaio, la città si raccoglie attorno a queste tradizioni, rinnovando il proprio impegno verso Dio, verso gli altri e verso il creato.
Omelia di S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni
Festa di Sant’Antonio Abate – Chiesa S.S. Angelo e Mercurio a Campobasso
IL DESERTO DI SANT’ANTONIO: UN INVITO A SEGUIRE IL SIGNORE CON CUORE PURO
Oggi celebriamo Sant’Antonio, il santo patrono che ha scelto di seguire il Signore in modo radicale. La sua storia è straordinaria: un uomo che, pur avendo una posizione agiata, decide di rinunciare a tutto dopo aver ascoltato una parola del Vangelo che lo tocca profondamente: «Vendi tutto quello che hai e dà il ricavato ai poveri». Sant’Antonio, già alla ricerca di Dio, sente nel profondo del cuore questa chiamata e si spoglia di tutto, preoccupandosi solo di lasciare qualcosa per la sorella, affinché non rimanesse sola. Non va in giro a predicare né a compiere miracoli, ma sceglie di ritirarsi nel deserto, un luogo apparentemente vuoto e solitario, privo di qualsiasi riferimento materiale o umano.
Nel deserto, Sant’Antonio cerca l’intimità con Dio. Lascia il mondo per concentrarsi esclusivamente sulla sua relazione con il Signore, un atto che oggi potrebbe sembrare fuori luogo, ma che rappresenta un segno potente di fede. La solitudine diventa un mezzo per purificarsi, per rispondere alla chiamata divina con sincerità e totale adesione.
Chi di noi è capace di stare solo, in silenzio, senza distrazioni? La solitudine spesso fa paura, e non solo ai giovani, ma anche agli adulti. Viviamo in un mondo rumoroso, ma il silenzio è essenziale per ascoltare Dio che non grida, ma parla al nostro cuore con amore. Sant’Antonio, andando nel deserto, ha trovato il modo per comprendere la volontà di Dio per la sua vita, e anche noi siamo chiamati a fare lo stesso: riflettere in silenzio e ascoltare la Sua voce.
Il deserto, però, non è un luogo facile. Ricordiamo che anche Gesù è stato tentato nel deserto, un luogo dove si sperimentano difficoltà e dove il demonio cerca di ingannarci. Ma, come Sant’Antonio ha dimostrato, la lotta contro il male può essere vinta. Non dobbiamo temere il demonio, perché, se siamo radicati in Cristo, sappiamo che la vittoria finale appartiene a Lui. Sant’Antonio, pur affrontando innumerevoli battaglie, ha lottato e vinto con l’aiuto di Dio.
Anche noi, per vincere il male nelle nostre vite, dobbiamo fortificarci nella fede, nella speranza, nella carità, nella preghiera e nel nutrimento eucaristico. Non è facile, ma con la grazia di Dio possiamo resistere alle tentazioni e vivere come veri discepoli di Cristo.
Un altro simbolo che ci lega a Sant’Antonio è il fuoco. Nella tradizione, il fuoco rappresenta la sua lotta contro il male e il demonio. Si racconta che Sant’Antonio abbia strappato i peccatori dalle fiamme dell’inferno, simbolo della sua forza spirituale e della sua carità verso gli altri. Il fuoco, però, non è solo distruzione: è anche luce, calore, un segno di purificazione e speranza.
Oggi, mentre celebriamo la festa di Sant’Antonio, siamo chiamati a riflettere su come possiamo vivere la nostra fede in modo radicale. Il giovane ricco del Vangelo, pur osservando la legge e vivendo in apparenza una vita corretta, non riusciva a seguire il Signore fino in fondo. La sua ricchezza lo teneva legato a sé stesso, impedendogli di rispondere pienamente alla chiamata di Gesù. Anche noi siamo tentati di rimanere aggrappati alle nostre certezze e sicurezze, ma se non lasciamo andare il nostro orgoglio e le nostre sicurezze, non possiamo seguire veramente il Signore.
Seguire Cristo significa lasciare ciò che ostacola il nostro cammino: l’orgoglio, la presunzione, l’indifferenza verso chi soffre, la tendenza a vivere per sé stessi. È una scelta che non sempre è facile, ma è l’unica che ci porta alla vera felicità. Sant’Antonio, con la sua vita di povertà, preghiera e lotta spirituale, ci insegna che, quando seguiamo il Signore con cuore puro, troviamo la vera ricchezza.
La carità, come ci insegna Sant’Antonio, non è solo donare denaro, ma anche tempo, ascolto, presenza. È imparare a condividere ciò che siamo, a metterci in relazione con gli altri e con Dio. Il deserto di Sant’Antonio, che è anche un segno della nostra intimità con Dio, ci rende capaci di vivere in questo modo: con una fede radicata, una speranza che non delude, e una carità che non si misura.
In questa festa, rendiamo grazie a Dio per il dono di Sant’Antonio e chiediamo la grazia di seguire il Signore con radicalità, di essere capaci di vivere una vita cristiana autentica, che ci porti a fare del bene agli altri e a rimanere saldi nella fede, anche nelle difficoltà. Che il fuoco di Sant’Antonio, simbolo di purificazione e carità, possa illuminare la nostra vita e rendere la nostra fede più viva, forte e generosa.
17 gennaio 2025
+ S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni
Arcivescovo di Campobasso – Bojano