La terza domenica di Avvento ci chiama a gioire perché il Natale è ormai alle porte. Nel contesto descritto, la visita dell’Arcivescovo Biagio Colaianni alla comunità di Oratino assume un significato ancora più speciale. L’arcivescovo, accolto con gioia dalla comunità, ha portato con sé un messaggio di speranza.

Questo incontro ha rafforzato il senso di comunità e di preparazione spirituale in vista del Natale, un momento di riflessione sulla venuta di Cristo come luce che illumina il nostro cammino. Nelle parole dell’arcivescovo la bellezza della gioia cristiana, che nasce dalla fede e dalla speranza, che affonda le radici nella consapevolezza che, nonostante le tribolazioni della vita, Dio è con noi. Non siamo soli, il Signore viene sempre Lui è “Emmanuel”, Dio con noi.

 

Il saluto del parroco Don Giuseppe Graziano

Eccellenza Reverendissima,

benvenuto in questa terza tappa del Cammino di Avvento, la tappa della gioia. Al gioioso saluto di accoglienza, aggiungo ora le parole del salmo che potrebbero sembrare scontate, ma non lo sono, perché è parola di Dio: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Questa comunità le porge il benvenuto, la accoglie nel nome di Dio.

Viene a noi come servo di Cristo, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il Vangelo di Dio. Rendiamo grazie a Dio che, nella sua Provvidenza, nei suoi benevoli disegni, come dice l’apostolo Paolo, viene incontro alle necessità di questo popolo in cammino. Il Signore l’ha scelta quale nostro pastore, maestro, sacerdote e guida di questa chiesa diocesana. Rendiamo grazie al Santo Padre che l’ha nominata e mandata qui per confermare la fede dei fratelli e delle sorelle e rendere a tutti la testimonianza del Vangelo.

Grazie alla Chiesa di Matera-Irsina che l’ha generata alla fede, formato alle virtù cristiane e sacerdotali, e ora offerto a noi come pastore sollecito per il progresso spirituale anche di questa nostra comunità di Oratino.

Eccellenza ha scelto come motto episcopale l’affermazione dell’apostolo delle genti alla comunità di Corinto: Per grazia di Dio però sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, dice San Paolo, non io però, ma la grazia di Dio che è con me.
Questa comunità desidera prestare ascolto a Gesù e a quanto oggi vorrà dirci per suo mezzo. Eccellenza, per non rendere vana la grazia che Dio concede a ciascuno e guardare avanti con fiducia, continuamente il Signore ci chiama a questa fiducia, a prendere il largo, a fare un altro passo, ad andare oltre il presente, a muoverci verso quella vita nuova dove Egli sempre ci precede. Lo abbiamo ben ricordato il giorno dell’Immacolata: cosa compie Dio nella vita di colei che è salutata quale piena di grazia? Cosa può compiere, allora, questa grazia nella vita di ciascuno?

Questa comunità, che si è preparata nella preghiera per accoglierla, vuole camminare per crescere nella fede, per ravvivare la speranza, per vivere più generosamente la carità. Le difficoltà certo non mancano: stiamo attraversando momenti difficili, con molte sofferenze, con grandi incertezze per tutti, in particolare per i bisognosi, sia nello spirito sia nella vita materiale. Ma la speranza, come ci ricorda il Papa, non delude: La speranza non delude, ti porta avanti. La speranza è un atto di fede, la più umile delle virtù, ma la più quotidiana, perché come l’ossigeno per respirare la vita, le dà un senso. È un dono per andare avanti, per agire, per tollerare e per soffrire.

Alziamo il capo, la liberazione è vicina, ci invitava così Luca la prima domenica di Avvento. La storia è quella che è, un insieme di eventi foschi e di tante meraviglie, grano e zizzania, e la speranza è un Dio che è sempre presente.

Dicevo, il tempo che viviamo ci vede un po’ disorientati: crollano forse i punti di riferimento, la precarietà investe non solo la sfera lavorativa, ma anche quella affettiva. C’è poca voglia di costruire e di progettare, si vive il presente come unico stadio, e del futuro non vi è alcuna traccia. Eppure, paradossalmente, può essere proprio questo il momento favorevole per gettare basi, per costruire sull’unico fondamento: Cristo, unico Salvatore del mondo, ieri, oggi e sempre.

Concludo questa visita pastorale: sia l’occasione per noi di comporre insieme nuovi spazi e di far nascere straordinari desideri che abbiano il sapore del bene, perché originati nel bene e per il bene di questa comunità e della nostra diocesi. Desideri che ci richiamano a tornare sempre all’essenziale: il Cristo, e che fanno dell’essenziale la nostra ragione di vita. Affidiamo al Signore, Eccellenza, il suo delicato compito di pastore di questa Chiesa particolare.

Affidiamo anche il suo e nostro cammino, confidando nell’intercessione della Vergine Santa e dei nostri patroni.

 

Omelia di S. Ecc. Mons. Colaianni  

La Gioia della Speranza: Prepararsi al Natale con Cuore Rinnovato

Carissimi fratelli e sorelle,

siamo giunti alla Terza Domenica di Avvento, una domenica che la liturgia ci invita a vivere con gioia, nella certezza che il Natale è ormai vicino. Questa domenica viene chiamata Gaudete, che in latino significa “Gioite”, un invito a rallegrarci, perché il Signore sta per venire. La Chiesa ci offre una particolare espressione di gioia, che è la gioia della speranza. Non una gioia che dipende dalle cose esteriori, ma quella che nasce dalla certezza che Dio è vicino e che la salvezza si sta realizzando.

Il colore liturgico di oggi, il rosa, in contrasto con il viola che ci accompagna durante l’Avvento, è simbolo di una gioia che non annulla il periodo di penitenza, ma che lo arricchisce di speranza. In questo tempo di attesa e di riflessione, la gioia non è quella che ignoriamo le difficoltà della vita, ma è la gioia che nasce dalla consapevolezza che il Signore è sempre con noi. È una gioia che si radica nella speranza che Egli verrà a portarci pace e salvezza.

In questa domenica Gaudete, siamo chiamati a riflettere su questa gioia profonda e duratura che può trasformare la nostra vita, anche in mezzo alle difficoltà. La gioia cristiana non è un’esperienza superficiale, che scompare quando le cose vanno male, ma è una certezza che viene dal cuore, una gioia che affonda le sue radici nella fede che Dio è con noi e che non ci abbandona mai.

Nel Vangelo di oggi, Giovanni Battista ci mostra come vivere l’attesa del Messia. La gente gli chiede: “Cosa dobbiamo fare?” E Giovanni risponde con parole semplici, ma profonde: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; chi ha da mangiare faccia altrettanto.” Giovanni ci invita a preparare il nostro cuore non solo con preghiere e riflessioni, ma con gesti concreti di amore, di condivisione e di carità.

La vera preparazione al Natale non è fatta solo di decorazioni, regali e cibo, ma di gesti di misericordia verso chi è più bisognoso, di attenzione verso chi soffre e di una vita che riflette la luce del Vangelo. Come Giovanni ci ricorda, la preparazione interiore alla venuta del Signore si concretizza in scelte di giustizia e di carità: “Chi ha due tuniche ne dia una”. Sono gesti semplici, ma fondamentali per vivere la carità cristiana, che non si accontenta di un aiuto occasionale, ma che si fa carico delle necessità reali dei fratelli.

Carissimi, il tempo di Avvento è un tempo di rinnovamento, ma anche di speranza. È il tempo per riconoscere che, anche se siamo chiamati alla conversione, non siamo soli nel nostro cammino. È lo Spirito Santo che ci dà la forza di cambiare, di rinnovare i nostri cuori, di guarire le ferite che portiamo dentro di noi e di vivere come figli amati da Dio. La gioia cristiana, infatti, non è una gioia che nasce dall’assenza di difficoltà, ma dalla certezza che Dio è con noi e ci accompagna in ogni momento della nostra vita, anche nelle tribolazioni.

In questa domenica Gaudete, la Chiesa ci esorta a vivere la nostra attesa non come una passività, ma come un cammino che ci trasforma, un cammino che ci prepara ad accogliere il Signore, non solo nel giorno di Natale, ma ogni giorno della nostra vita. Non dobbiamo lasciare che le preoccupazioni quotidiane, i preparativi esteriori, le tradizioni, ci distraggano da ciò che è davvero importante: preparare il nostro cuore, rendendolo capace di ricevere Gesù.

Questa preparazione passa attraverso un vero cambiamento di vita, attraverso la conversione del cuore, che è segno di un’autentica attesa. Giovanni Battista ci ricorda che l’attesa del Signore non si riduce alla semplice attesa di un evento futuro, ma è un’attesa che si esprime nel presente attraverso la carità, la giustizia e la condivisione. “Chi ha due tuniche ne dia una” è un richiamo forte a non vivere in modo egoistico, ma a essere attenti ai bisogni degli altri, a fare spazio nella nostra vita per coloro che sono più poveri e soli.

La gioia di oggi è una gioia che viene dalla speranza di un Dio che non ci lascia mai soli, ma che viene a visitarci nella nostra vita quotidiana. Prepariamoci a vivere il Natale con un cuore rinnovato, pronto ad accogliere il Signore che viene a portare pace e salvezza.

In questo cammino di Avvento, ricordiamoci che il Signore non ha bisogno di preparazioni esteriori grandiose, ma di cuori umili, aperti e pronti ad accoglierlo. Prepariamo la nostra attesa con gesti concreti di amore e di carità, perché solo così il Natale sarà una vera festa, una festa di speranza e di gioia, che cambia il nostro cuore e il nostro mondo.

Che il nostro cammino di Avvento, in questa domenica Gaudete, ci conduca a un Natale che non sia solo una celebrazione esterna, ma una vera trasformazione interiore, che ci renda testimoni di quella gioia che nasce dalla speranza in Dio, che è con noi e che ci salva. Amen.

Domenica 14 dicembre 2024

+ S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni

 

Il saluto del Sindaco Sig.ra Loredana Latessa

Eccellenza reverendissima, carissimo vescovo Biagio, è con grande emozione che oggi rivolgo a Lei questo saluto come rappresentante della nostra comunità laica dandole il benvenuto a nome di tutti, dai più piccoli agli anziani.

Siamo grati al Signore e a Papa Francesco che ci hanno dato nella Sua persona un segno di attenzione e di benevolenza, siamo certi che sarà un pastore amorevole che ci accompagnerà e guiderà nella parola di Cristo.

In questa giornata gioiosa desideriamo riaffermare il nostro impegno per una fattiva collaborazione nella comunità e per la comunità rinnovando la disponibilità alla partecipazione e al confronto, soprattutto in quegli spazi e appuntamenti che, sia a livello diocesano che di comunità pastorale, costituiscono l’opportunità per far maturare e coltivare il senso di appartenenza alla comunità.

Desideriamo insieme a lei impegnarci affinchè si possa essere Chiesa che incontra, accoglie e condivide il vissuto di ogni uomo, per essere, seppure nella diversità dei rispettivi ruoli, attenti alle istanze della società nei luoghi della vita quotidiana, collaborando a costruire concordia e fraternità e promuovendo un rinnovato senso civico che agevoli la convivenza civile e permetta a tutti di sentirsi parte della famiglia umana, nella quale aiutarsi l’un l’altro come fratelli e sorelle con particolare attenzione alle situazioni di fragilità.

Imparerà con tempo a conoscere questa comunità, la sua storia, le sue tradizioni. Imparerà ad apprezzare la bellezza dei suoi luoghi a partire dalle sue chiese. Imparerà a capire che siamo cittadini “vivaci” attenti e partecipi, spesso esigenti e anche legittimamente critici, ma sappiamo essere accoglienti e generosi.

Oggi siamo qui per fare festa con Lei e per Lei e Le auguriamo Buon Lavoro nel segno di un cammino che dev’essere autonomo ma condiviso, armonico e soprattutto teso al perseguimento del bene comune.

Ancora benvenuto Vescovo Biagio!