A Tufara la comunità si è ritrovata con profonda partecipazione per la Festività in onore di San Giovanni Eremita da Tufara, un appuntamento che ogni anno rinnova la tradizione e il sentimento religioso del paese. La celebrazione, organizzata dalla Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo con il sostegno della Pro Loco, del Comitato Feste Religiose e del Comune di Tufara, ha messo in luce una fede viva e radicata nel cuore dei cittadini.

San Giovanni Eremita, figura guida e protettore del paese, uomo di silenzio, preghiera e carità, continua a offrire un messaggio più che mai attuale: un invito alla semplicità, all’ascolto e alla ricerca del bene. Un esempio prezioso soprattutto per le nuove generazioni, chiamate a riscoprire valori che non tramontano.

Omelia di S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni in occasione della festa di San Giovanni Eremita a Tufara – Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo – 14 novembre 2025 Tufara

LA LUCE DI SAN GIOVANNI EREMITA: TESTIMONIANZA DI GIUSTIZIA E CARITÀ CRISTIANA

Abbiamo ascoltato come, nella scrittura, il Signore ci indichi sempre la via per essere cristiani. San Giovanni, in particolare, ci è offerto come esempio. La prima lettura ci ricorda che “le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà”. Ma chi sono i giusti? Secondo la visione umana, un giusto è colui che agisce secondo certe regole, seguendo la legge, facendo attenzione agli altri. Questo è un criterio giusto dal punto di vista umano, ma dal punto di vista divino, l’uomo giusto è colui che compie la volontà di Dio. È colui che si pone davanti a Dio e chiede: “Signore, indicami la strada, come posso essere cristiano secondo il tuo cuore e il tuo desiderio?”.

Il giusto, quindi, è colui che si affida totalmente alla volontà di Dio, vivendo in comunione con Lui. Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, contemplano il Suo volto e vivono in intimità con Lui.

Nel nostro caso, avete la fortuna di essere cittadini del luogo che ha visto nascere San Giovanni Eremita, una figura che ormai appartiene alla storia, ma che continua a ispirarci. San Giovanni, che ha vissuto circa mille anni fa, è stato un esempio di preghiera, sobrietà e carità. La sua vita ci invita a imitare il suo esempio cristiano, anche se, come giustamente direte, non siamo chiamati a diventare eremiti o a vivere nel bosco come lui. La sua grazia speciale è stata quella di aver ricevuto una vocazione da parte del Signore, che lo ha chiamato a lasciare tutto per i poveri.

La carità verso i poveri è un aspetto centrale della nostra vita cristiana. Domenica prossima sarà la Giornata del Povero, un’occasione per ricordarci di pregare per i poveri e di essere generosi con loro. I poveri non sono solo quelli che mancano di beni materiali, ma anche quelli spirituali e umani, quelli che vivono nel bisogno in vari modi. Ogni volta che aiutiamo chi è nel bisogno, compiamo la volontà del Signore, che ha un amore speciale per i poveri.

Per diventare giusti, è necessario coltivare nel nostro cuore la Parola di Dio, come faceva San Giovanni. Abbiamo bisogno di preghiera, di sobrietà, di distacco dal mondo per vivere in intimità con Dio. Non dobbiamo però fare come lui in ogni dettaglio. Siamo chiamati anche noi alla carità, alla preghiera e a vivere nella semplicità e nella quotidianità, affinché Dio possa illuminare la nostra vita. La preghiera è il dialogo con Dio e ci aiuta a tenerLo presente in tutte le nostre azioni. È attraverso la preghiera che camminiamo verso la giustizia e la santità.

San Giovanni Eremita è stato un esempio di preghiera e di vita lontana dalle distrazioni del mondo, ma non isolato dall’umanità. La gente andava da lui per ascoltare la sua parola, perché la sua vita centrata su Dio era una luce che illuminava le persone intorno a lui. Allo stesso modo, se siamo centrati in Cristo, sarà il mondo ad avvicinarsi a noi, attratto dalla nostra testimonianza di vita cristiana.

Essere lontani dal mondo spiritualmente non significa fuggire dalle persone o dalle situazioni quotidiane, ma vivere nel mondo senza esserne sopraffatti. Non dobbiamo farci prendere dalla corsa alla ricchezza o dalle preoccupazioni quotidiane, ma mantenere sempre Dio al primo posto, perché solo così possiamo essere una luce per gli altri.

San Giovanni ha lasciato un testamento spirituale che ci invita a vivere nell’amore, che deve essere il principio e la fine della nostra vita. Dobbiamo amare sempre, in ogni momento, e amare Dio, che è la fonte di ogni amore. Amare Dio non solo per ciò che ci dà, ma per ciò che è: il nostro Creatore e Salvatore. La preghiera non è per chiedere cose, ma per riconoscere l’amore di Dio e chiedere di saper amare come Lui ama.

La luce di Cristo, che illumina la nostra vita, è il fondamento della nostra capacità di illuminare gli altri. Non siamo chiamati a fare miracoli, ma a vivere con coerenza la nostra vita cristiana, mostrando l’amore di Dio nel nostro comportamento quotidiano. Vivere la nostra vita cristiana con sincerità e dedizione, nella carità e nella fraternità, è ciò che ci rende giusti davanti a Dio.

In questo cammino di santità, siamo accompagnati dalla grazia di Dio, che ci consente di vivere in Lui e di essere una testimonianza di luce per il mondo. Seguendo l’esempio di San Giovanni Eremita, possiamo imparare a vivere la nostra vita come una luce riflessa di Dio, per portare speranza e amore a chi ci sta intorno.

Il nostro cammino di santità è un cammino quotidiano di apertura al Signore, che ci aiuta a vivere in modo giusto, in pace e in fraternità con gli altri. Il miracolo che ci è chiesto non è straordinario, ma consiste nel vivere con amore e autenticità la nostra fede, essendo segno di luce e di speranza per gli altri.

14 novembre 2025

+ S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni