Nella splendida Chiesa di San Giorgio Martire a Petrella Tifernina la comunità insieme per celebrare i 60 anni di sacerdozio di Don Domenico Di Franco. È il sigillo per una vita spesa nella dedizione, nella fede e nel servizio instancabile agli altri. Sessant’anni sono tanti, ma ciò che colpisce non è solo il numero: è la costanza, la coerenza, l’amore discreto ma profondo con cui Don Domenico ha percorso il suo cammino sacerdotale, giorno dopo giorno, messa dopo messa, ascolto dopo ascolto.
Oggi, mentre guardiamo con gratitudine a quanto è stato, ci rendiamo conto che il vero dono sono stati i suoi parrocchiani, amici, confratelli e fratelli nella fede, che in lui hanno trovato uno specchio sincero del Vangelo vissuto. Commossi, riconoscenti dicono il loro grazie, nella certezza che la sua luce – discreta ma luminosa – continuerà ad accompagnare ancora molti passi.
Omelia di S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni in occasione del 60° Anniversario di Sacerdozio di Don Domenico di Franco. Chiesa di San Giorgio Martire a Petrella Tifernina, 5 luglio 2025.
Carissimi,
la prima lettura fa riferimento al contesto del ritorno del popolo di Israele dopo l’esilio babilonese. Un popolo che si ritrova a ricostruire non solo la propria vita, ma anche la propria speranza. Il ritorno a casa, infatti, non è ciò che si aspettavano. Avevano immaginato che tutto fosse tornato alla normalità, ma al contrario si scontrano con la difficoltà, la delusione e lo scoraggiamento. La loro condizione non è molto diversa dalla nostra: spesso, quando ci si chiede “Come stai?”, la risposta non è mai “Bene”. Eppure, come ci suggerisce Don Domenico, “è difficile essere felici” e spesso la nostra vita sembra dominata dai problemi. Ma non dobbiamo permettere che le difficoltà prevalgano. La scrittura ci invita a “rallegrarci ed esultare”, perché il motivo principale della nostra gioia è che ci possiamo poggiare su Dio, che come una madre ci consola, ci nutre, ci porta sulle ginocchia e ci dà forza per affrontare la vita.
Dio non ci risolve i problemi, ma ci dà la forza interiore per affrontarli. La felicità e la pace non si trovano nelle situazioni, ma in Dio. Come un padre che si fa carico di un figlio, così Dio ci sostiene. La vita, come la fatica di un cammino, non è priva di difficoltà, ma è proprio in questi momenti che dobbiamo imparare a fidarci di Dio. La forza che ci viene da Lui ci permette di andare avanti, anche quando ci sembra che il percorso sia difficile.
Il cammino di fede di Don Domenico, che oggi celebra i 60 anni di sacerdozio, ne è la dimostrazione. La sua vita non è stata priva di difficoltà, ma sempre il suo riferimento è stato Dio. Lui ha affrontato le sfide con la certezza che la sua forza derivava dal suo rapporto con Dio. “Il Signore è il Signore”, diceva sempre, e questo gli ha permesso di superare qualsiasi ostacolo.
La figura del sacerdote, come quella di Don Domenico, è un segno tangibile dell’appartenenza totale a Dio. Il sacerdote non ha una famiglia propria, ma è al servizio di una famiglia più grande, quella della comunità. E proprio in questo servizio si manifesta l’amore di Dio per gli uomini, un amore che si esprime nel prendersi cura dell’altro, nella vicinanza e nel conforto.
Anche noi, come cristiani, siamo chiamati a vivere questa appartenenza a Dio, a far sì che il nostro rapporto con Lui non sia solo un ricordo, ma una realtà che permea la nostra vita quotidiana. In questo cammino, dobbiamo imparare a “fare pace”, a costruire unità, a testimoniare l’amore di Dio. “Rallegratevi”, dice la scrittura, “perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Non è la nostra forza a darci gioia, ma l’amore di Dio che ci accompagna, e il nostro compito è quello di vivere come testimoni di questa pace che solo Lui può donare.
Il sacerdote è segno di questo amore, ma anche di come ogni cristiano è chiamato a vivere una vita di servizio, di speranza e di comunione. Come Don Domenico ha fatto, anche noi siamo chiamati a fare nostre le parole della scrittura, ad essere portatori di pace in un mondo che ne ha tanto bisogno. La testimonianza di unità che abbiamo visto nella nostra comunità è un esempio da seguire: senza divisioni, con l’amore e il rispetto reciproco. Come cristiani e come scout, dobbiamo essere un segno di speranza, di unione e di pace.
In conclusione, la nostra preghiera per Don Domenico è che Dio lo ponga sulle sue ginocchia, lo consoli, lo nutra e lo protegga da ogni male. Questo è il nostro desiderio per lui, come per tutti noi, affinché possiamo essere testimoni della presenza di Dio nel mondo.
Chiesa di San Giorgio Martire a Petrella Tifernina,
5 luglio 2025.
+ S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni
