In occasione della Giornata della Vita Consacrata 2025, che la Chiesa celebra ogni anno il 2 febbraio, l’Arcidiocesi di Campobasso-Boiano invita tutti i fedeli e i consacrati a partecipare alla celebrazione che si terrà sabato 1° febbraio 2025 presso la Parrocchia San Pietro Apostolo di Campobasso. Un’importante occasione per pregare insieme, rinnovare l’impegno spirituale e rendere grazie per il dono della vita consacrata.

La Giornata della Vita Consacrata non è solo un momento di festa, ma anche di riflessione. È l’occasione per rinnovare il nostro impegno come comunità cristiana, riconoscendo il valore della vita consacrata e pregando per tutte le persone che hanno scelto di percorrere questa strada di vita, affinché possano continuare a essere testimoni autentici dell’amore di Dio.

Programma della Giornata

La giornata inizierà alle ore 16.30 con l’accoglienza dei partecipanti, in un clima di fraternità e di unità. Alle 17.00, Padre Florin Gheorghita Bogdan, OFM Conv., guiderà una meditazione, un momento di riflessione profonda sul significato della vita consacrata e sulla sua importanza nella vita della Chiesa e nella società di oggi.

Alle ore 18.00, la Santa Messa presieduta da Sua Eccellenza Mons. Biagio Colaianni, Arcivescovo di Campobasso-Boiano. Durante la celebrazione eucaristica, sarà rinnovato il nostro impegno di preghiera e di gratitudine per tutti coloro che, con generosità e dedizione, vivono la loro consacrazione nella Chiesa.

Al termine della Messa, un’agape fraterna, momento di condivisione e fraternità tra tutti i presenti, in cui si vivrà la gioia di essere parte della stessa comunità, unita dalla fede e dal servizio.

In questo giorno, invitiamo tutti i fedeli dell’Arcidiocesi a unirsi in preghiera per tutti i consacrati e per le nuove vocazioni, affinché la Chiesa continui a essere arricchita dal loro esempio di fede.

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Omelia di S. Ecc. Mons. Colaianni per la Giornata della Vita Consacrata 2025 - Parrocchia San Pietro Apostolo di Campobasso

LA LUCE DELL’OFFERTA: UN CAMMINO DI SPERANZA E CONSACRAZIONE

Carissimi fratelli e sorelle,

la festa di oggi, chiamata generalmente la Candelora, rappresenta la festa della luce, una luce che ha preso inizio con il Natale e che si identifica in Gesù Cristo. Egli è la luce che ha illuminato l’umanità con la sua presenza, venendo tra gli uomini come l’Emmanuele, Dio con noi, per guidare il cammino delle genti. Questo cammino continua, infatti, quaranta giorni dopo il Natale, con la celebrazione della Presentazione di Gesù al Tempio, evento che segna un ulteriore passo verso la Pasqua.

Nel rito di oggi, si ricorda che, secondo la legge antica, il primo figlio doveva essere consacrato a Dio, offerto al Tempio. Tuttavia, per Gesù non è previsto alcun riscatto, perché lui stesso sarà il riscatto per tutta l’umanità attraverso la sua salvezza, donando la propria vita. La sua venuta al mondo resta il segno di una luce che si diffonde in tutti noi.

Se teniamo una candelina accesa oggi, è il simbolo di quella luce che dovrebbe risplendere attraverso di noi. Siamo chiamati a essere quella luce nel mondo, non solo a tenerla in mano, ma a viverla attraverso l’offerta della nostra vita, come fecero Maria e Giuseppe nel Tempio. L’offerta di sé non è un privilegio riservato solo a sacerdoti e religiosi, ma è un cammino che tutti, anche i laici, sono invitati a percorrere.

Questa offerta quotidiana non implica sacrifici eroici, ma si realizza nell’orientare la propria vita verso il Signore, nel vivere cristianamente tra gli altri, nel testimoniare l’amore che Cristo ci ha donato. La vita religiosa, vissuta da consacrati e consacrate, è un segno visibile di questa offerta, una testimonianza di dedizione a Dio e agli altri. Questi consacrati sono, in un certo senso, un segno di speranza per il mondo, perché con il loro esempio ci ricordano che l’amore, la preghiera e il servizio sono vie per costruire la pace.

Essere “portatori di speranza” significa testimoniare la luce di Cristo, con la propria vita, e anche attraverso il sacrificio. Come Maria, che ha dovuto rinunciare a suo figlio per offrirlo a Dio. L’offerta a Dio non è sempre facile, ma è un atto di fede e di amore che porta salvezza. La stessa luce che Simeone riconosce nel bambino Gesù, oggi siamo chiamati a riconoscere in coloro che, con la loro vita, portano quella luce nel mondo.

Simeone e Anna, rappresentanti dell’attesa del popolo di Israele, sono anche per noi esempio di fede e di speranza, testimoniando che Dio è presente nel mondo, che ci ama e ci salva. Il nostro compito è quindi quello di continuare ad essere “segni” di questa speranza, attraverso l’offerta della nostra vita quotidiana, nei piccoli e grandi gesti di amore.

Anche quando il mondo sembra andare in direzione opposta, noi, come consacrati o laici, siamo chiamati ad essere traccia di contraddizione, a rimanere fedeli nel nostro servizio. La comunità religiosa, come la famiglia, è un luogo in cui impariamo a vivere la pace e la fraternità nell’amore che si offre continuamente, senza chiedere nulla in cambio.

Quindi, la piccola candelina che oggi portiamo con noi diventa simbolo della luce che siamo chiamati a portare nel mondo. Non è sufficiente tenerla accesa per noi stessi; dobbiamo far sì che quella luce illumini la vita degli altri, attraverso il nostro amore e servizio. La luce di Cristo, che si manifesta nel nostro impegno quotidiano, è quella che può realmente cambiare il mondo, un piccolo gesto alla volta.

sabato 1° febbraio 2025 

+ S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni

Arcivescovo Metropolita di Campobasso-Bojano