Il 9 gennaio, Sepino ha vissuto una giornata di grande solennità, con la celebrazione della festa di Santa Cristina, patrona del paese. Il momento culminante è stato il rito della “Notte delle Campane”, che ha coinvolto l’intera comunità in una tradizione secolare, iniziata nel lontano 1099.
La giornata è cominciata con il suono delle campane a vespro, che ha richiamato bambini e famiglie al municipio. Qui, l’amministrazione comunale ha distribuito ai più piccoli il tradizionale “cartoccio” con dolci e una candela da offrire alla santa. Le bambine vestite di bianco, chiamate “verginelle”, hanno partecipato alla cerimonia con il loro canto e la loro devozione.
La celebrazione, presieduta da S.E. Mons. Colaianni, che ha visto l’offerta da parte del sindaco di un dono simbolico in oro, incenso e mirra e due bellissime casule per le celebrazioni. Al termine della messa, i genitori hanno portato i loro bambini per ricevere la benedizione della santa, segno di protezione e grazia.
Nel frattempo, nella sacrestia, si è svolto il sorteggio per stabilire chi avrebbe suonato le campane durante la notte. Ogni anno, infatti, alcuni volontari si alternano nel compito di mantenere vivo il suono delle campane che pervade l’intero paese, creando un’atmosfera unica di preghiera e comunità.
La celebrazione del 9 gennaio si è conclusa con il rito notturno delle campane, che ha risuonato ininterrottamente, unendo tutti in un momento di meditazione e raccoglimento. Questo suono evocativo, che accompagna le strade di Sepino fino all’alba, è un simbolo profondo della fede e della devozione che legano i sepinesi a Santa Cristina.
La giornata ha rappresentato un segno tangibile della forza delle tradizioni che ancora oggi, dopo secoli, continuano a unire il popolo di Sepino nella celebrazione della propria storia e della propria santa patrona.
Omelia di S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni
Festa di Santa Cristina 2025 nella Parrocchia di Santa Cristina nel comune di Sepino – CB
Carissimi fratelli e sorelle,
ogni atto di devozione nasce dalla fede, e ogni fede è un’espressione di un amore profondo. Un amore che si nutre di chi amiamo: il Signore. Il nostro cuore vive grazie all’amore che Dio ha per ciascuno di noi, un amore che ci invita a ricambiarlo con sincerità e costanza, un amore che ci lega e ci mantiene saldi nelle difficoltà della vita.
Le tradizioni che celebriamo spesso nascono dalla devozione verso figure sante, e oggi vogliamo ricordare Santa Cristina. Una bambina, eppure capace di esprimere con purezza una fede che molti adulti a fatica raggiungono. I bambini sono un esempio naturale di amore: non pensano, non riflettono, ma amano senza riserve, con il cuore. Loro sono capaci di abbracciare l’amore in modo spontaneo, senza paura o calcoli.
Purtroppo, con l’età, l’amore si complica. Diventa razionale, a volte frenato da timori e dubbi. “Cosa penseranno gli altri? Mi conviene esprimere il mio affetto?” La purezza dell’amore infantile viene spesso offuscata da questi pensieri. Santa Cristina, però, ci insegna che non è così. Nonostante la sua giovane età, ha avuto il coraggio di vivere la sua fede con una profondità straordinaria. Ha affrontato la sofferenza con una forza che non appartiene ai bambini, ma che, nel suo caso, era radicata in un amore più grande, quello per Dio.
La storia di Santa Cristina ci ricorda che la fede, quando è vera, non si ferma di fronte alla sofferenza. Non arretra, non si nasconde. Al contrario, diventa un’ancora, una forza che ci permette di affrontare le difficoltà con coraggio. Cristina ha saputo offrire la sua vita, diventando martire, un esempio di fede incondizionata. Di fronte alla morte, non ha avuto paura. La sua vita è stata un dono che ha voluto fare a Dio, convinta che l’amore di Dio fosse più forte di ogni paura, di ogni sacrificio.
Questa forza dell’amore ci ricorda ciò che scrive San Paolo: “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”. Non sono le difficoltà, né le sofferenze, né le sfide della vita a poterci separare dall’amore di Dio, se lo viviamo con sincerità e passione. Dio è il nostro rifugio, il nostro tesoro, e come ci dice il Vangelo, il regno dei cieli è come un tesoro nascosto in un campo: chi lo trova, non esita a vendere tutto per acquistarlo.
Questo è l’invito che ci rivolge Santa Cristina. L’amore di Dio è più prezioso di tutto il resto. Non possiamo permetterci di “scambiarlo” con le cose effimere della vita. Il nostro amore per il Signore deve essere una scelta chiara e costante, il nostro tesoro assoluto. La fede è un dono che ci permette di affrontare ogni difficoltà, perché sappiamo che, come dice Isaia, Dio ci ama e ci protegge sempre.
Non dobbiamo dimenticare che, come i bambini, anche noi possiamo essere fragili, ma nel nostro cuore c’è sempre la forza di Dio che ci sostiene. Anche nelle difficoltà, quando ci sentiamo piccoli e smarriti, possiamo affidarci a Lui con la stessa fiducia che un bambino ha nei confronti dei suoi genitori.
Infine, il suono delle campane ci richiama a questa realtà. Le campane suonano per ricordarci che Dio ci aspetta. È il richiamo alla preghiera, al silenzio, alla riflessione sulla nostra vita e sul nostro rapporto con Dio. Ognuno di noi è chiamato a rispondere al Suo invito, a vivere una fede viva e radicata, come quella di Santa Cristina.
In questa festa, impariamo a riscoprire la nostra fede con la semplicità e la purezza di un bambino, ma con la saggezza e la maturità degli adulti. Santa Cristina ci insegna che, anche nelle difficoltà, l’amore per Dio deve essere il nostro fondamento. Come lei, possiamo offrire la nostra vita al Signore, convinti che solo in Lui troveremo la vera gioia, quella che nessuna difficoltà potrà mai scalfire.
Che Santa Cristina interceda per noi, affinché possiamo vivere una fede autentica e costante, capace di affrontare ogni prova con coraggio, speranza e amore.
9 gennaio 2025
S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni
Arcivescovo di Campobasso – Bojano