La festa dell’Immacolata Concezione, celebrata nel comune di Colle d’Anchise, nella parrocchia di Santa Maria degli Angeli, è stata un’occasione speciale per conoscere più da vicino la comunità.
L’evento ha visto l’accoglienza di Mons. Biagio Colaianni, ricevuto da una comunità gioiosa che ha partecipato con entusiasmo alla celebrazione. La festa non è stata solo un momento di devozione religiosa, ma anche un’occasione di riflessione sulla figura dell’Immacolata, simbolo di purezza e grazia divina.
Attraverso questa celebrazione, i fedeli hanno rinnovato la loro fede rafforzando il senso di appartenenza e di solidarietà al loro paese. Nelle parole di Mons. Colaianni la lezione che Maria ci insegna: “chi accoglie Dio è dalla parte di Dio e porta il bene nel mondo, chi lo rifiuta porta il male e semina divisione. Maria, con il suo sì totale alla volontà di Dio, è il modello per tutti noi. Prepariamo il nostro cuore ad accogliere Cristo, come Maria ha fatto, con disponibilità, pace e amore”.
Fratelli e sorelle carissimi,
Il dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria è stato promulgato nel 1854 da Papa Pio IX. Ma cos’è un dogma? Quando nella Chiesa si percepisce che tutti credono fermamente in una determinata verità di fede, il Papa chiede l’opinione di tutta la Chiesa: sacerdoti, vescovi, laici. Se la convinzione è condivisa da tutti, allora il dogma viene proclamato. In un certo senso, questo processo rappresenta una delle forme più alte di democrazia nella Chiesa, perché il dogma viene promulgato solo quando il popolo di Dio ha già percepito e riconosciuto il significato di quella verità.
Il dogma dell’Immacolata Concezione afferma che Maria è senza peccato originale. Questo è necessario perché, se il Salvatore, Gesù, doveva essere senza peccato, anche colei che lo avrebbe accolto nella sua umanità doveva essere preservata dal peccato. Gesù, figlio di Dio, doveva assumere una natura umana priva di peccato, affinché potesse liberare l’uomo dal peccato e dalla morte.
Il peccato originale, vissuto da Adamo ed Eva, ha coinvolto tutta l’umanità. Nel paradiso, l’uomo viveva in comunione con Dio, ma ha scelto di separarsi da Lui, cercando di sostituirsi a Dio stesso. Questo rifiuto della gratuità e dell’amore divino è la radice del peccato originale. Nonostante questa caduta, Dio non abbandona l’uomo. Lo cerca continuamente, come si legge nelle Scritture: “Dove sei?” Dio lo cerca anche quando l’uomo si allontana, quando si scopre nudo, privo della grazia originaria.
Il demonio, tuttavia, agisce per dividere. Lui è colui che separa, che semina discordia. Ma Gesù è venuto per portare la pace e la fraternità. Chi divide non è dalla parte di Dio. Infatti, subito dopo il peccato, Adamo ed Eva si separano, si accusano a vicenda. Questo è il frutto del peccato: la divisione.
Dio, tuttavia, non maledice Adamo ed Eva, ma maledice il serpente, il demonio, preannunciando che la sua testa sarebbe stata schiacciata. Maria, infatti, è colei che schiaccia la testa del demonio, permettendo all’umanità di tornare alla condizione originaria di salvezza. La salvezza non è mai automatica, bisogna accogliere liberamente Dio. Adamo ed Eva rifiutano di farlo, ma Dio non abbandona mai l’uomo. Continuerà a cercarlo, a chiamarlo.
Dio benedice l’uomo, come ci ricorda la seconda lettura. Ci ha scelti prima della creazione del mondo, non per vivere separati da Lui, ma per essere santi, immacolati nell’amore. La benedizione di Dio non è una semplice parola, ma un atto potente che realizza il bene in noi. Dio vuole la nostra amicizia, vuole l’alleanza con noi, ma siamo noi a doverla scegliere liberamente. Per fare questo, bisogna essere attenti alle tentazioni del demonio.
La più grande tentazione che il demonio presenta è quella di fare a meno di Dio, di mettere in discussione la Sua volontà. Questo è ciò che accade nel peccato originale: l’uomo si sostituisce a Dio, distorcendo la verità e l’amore divino, cercando di possedere ciò che Dio gli ha dato con egoismo. Il peccato è l’egoismo che trasforma i doni di Dio in oggetti di possesso e di dominio.
Ma Dio non abbandona mai l’uomo, lo ama con tutto il suo cuore e darà il Suo Figlio per la nostra salvezza. Ecco Maria: colei che, piena di grazia, ripristina la condizione originaria di salvezza. Quando l’angelo le dice: “Il Signore è con te”, lo stesso Signore è con noi, nella grazia del battesimo, dello Spirito Santo, nei sacramenti e nella Sua parola.
Maria, ricolma di grazia, è il segno della vittoria contro il male. Come Maria ha vinto il male, anche noi possiamo contrastarlo. Maria è il segno di accoglienza di Dio, e la sua visita ad Elisabetta è un segno di accoglienza reciproca. Entrambe, piene di Spirito Santo, sono esempio di come accogliere Dio. Accogliere Gesù significa generare vita. Maria darà al mondo Gesù, il Salvatore, mentre Elisabetta darà Giovanni, il precursore. Accogliere Gesù genera vita, mentre rifiutarlo porta alla divisione e alla morte.
Questa è la lezione che Maria ci insegna: chi accoglie Dio è dalla parte di Dio e porta il bene nel mondo, chi lo rifiuta porta il male e semina divisione. Maria, con il suo sì totale alla volontà di Dio, è il modello per tutti noi. “Ecco, sono la serva del Signore”, dice Maria, accogliendo pienamente la volontà di Dio.
In questa seconda domenica di Avvento, Maria diventa un segno di come camminare verso il Natale. Non dobbiamo correre il rischio di essere così distratti dalle festività e dalle preparazioni che dimentichiamo di accogliere Gesù nel nostro cuore. Come una madre si prepara ad accogliere il suo bambino, così dobbiamo prepararci ad accogliere Gesù.
L’Avvento è tempo di preparazione. Prepariamo il nostro cuore ad accogliere Cristo, come Maria ha fatto, con disponibilità, pace e amore. Combattiamo contro il male, costruendo la pace, desiderando il bene e la fraternità. Così, quando arriverà il Natale, saremo pronti, svegli, vivi nella piena adesione a Cristo, accogliendolo come nostra salvezza.
Domenica 8 dicembre 2024
+ S. Ecc. Mons. Biagio Colaianni