IL GRAZIE ALLA CITTÀ

Desidero esprimere il mio grazie più sincero e affettuoso alla nostra città di Campobasso, per il suo comportamento di prossimità e di vicinanza nei confronti della liturgia di venerabilità per Fra Immacolato Brienza, che si è celebrata mercoledì 11 maggio.

 Il Grazie è doveroso perché la partecipazione è stata ampia, solenne, vissuta in termini empatici e sinceri.

La gioia di tutti era ben visibile sul volto di tutti. Si è espressa in modo entusiasta soprattutto nell’ intervento che come vescovo ho potuto esprimere, all’inizio della celebrazione. I frequenti applausi spontanei hanno dimostrato la gratitudine che questa città ha per uno dei suoi figli più importanti di questi ultimi tempi.

Il Grazie va in primo luogo alla famiglia Brienza, che ha condiviso fino in fondo la fatica e le lacrime di Aldo. Lucia, commossa, ha espresso la sollecitudine di tutte le sorelle e di mamma e papà per il loro figlio e fratello. Nulla è mancato da parte loro per far sentire ad Aldo che insieme è possibile affrontare la malattia, per renderla benedizione.

La gratitudine va poi tutti i miei sacerdoti e diaconi, alle suore e alle consacrate, alle famiglie e ai giovani, ai cittadini ben rappresentati dalle autorità civili e militari.

 In particolare abbiamo molto gradito la cortese presenza del signor sindaco dottor Roberto Gravina. Nel suo intervento ha messo in luce con garbo quanto sia stata preziosa ed esemplare la figura di fra Immacolato.  La città tutta lo sente un fiore prezioso. Ci impegniamo perciò a porre un segno di riconoscimento, per questo nostro cittadino che ha saputo rinnovare la speranza, quella speranza che va riaccesa soprattutto nelle case dove c’è un malato terminale, aggredito dal cancro o che vive una amara esperienza di dolore per la pandemia.

 Un altro Grazie lo esprimo a tutti coloro che hanno reso bella liturgia, in particolare al coro diocesano che ha brillato per la sua competenza, capacità e armonizzazione. 

 Grazie a chi ha curato un fascicolo specifico di illustrazione della figura di Fra Immacolato, un piccolo libretto ben fatto, nato come supplemento alla nostra rivista diocesana mensile, Intravedere.

Due cose in particolare vanno ora sottolineate.  La prima è la constatazione che la santità  di Fra Immacolato è frutto di un’intera città e di un’intera comunità civile ed ecclesiale. I talenti e le belle tradizioni della nostra città di Campobasso, come la devozione eucaristica nella festa del Corpus Domini e la venerazione alla Madonna dei Monti insieme a San Giorgio, hanno fatto germogliare questa Santità, che parte dalla base e che è riconosciuta dalla base prima ancora che dai vertici Vaticani. Anzi proprio perché il popolo ha sentito Santo il nostro Aldo il Papa ha provato questa Santità, con il titolo di Venerabile. A questo proposito è commovente un particolare svelato dal cardinale nella sua bella omelia. Ci narrava infatti che quando ha presentato la figura di Fra Immacolato, per poter avere la firma sua sul decreto, il papa gli chiese chi fosse. Subito il cardinale rispose: E’ uno che ha sofferto nel suo letto di dolore per oltre 50 anni, facendo di quel letto un vero altare!”.  E allora – disse il papa Francesco – firmo subito, perché di certo è un santo!

Un altro punto importante si apre ora davanti a noi. Fino ad ora noi siamo stati ad ammirare il nostro fra Immacolato, per la sua eroica esemplarità. Ora invece siamo chiamati ad invocarlo, con fiducia e insistenza, davanti alle difficoltà della nostra vita personale e sociale. Affidiamo dunque a lui le nostre angosce per il covid, la marginalità delle nostre periferie, le ferite delle famiglie che vivono momenti difficili a livello matrimoniale, la crisi aziendale di diverse realtà  commerciali e proprio lui, che era figlio di un’attività di commercio, ci verrà incontro.

 E’ veramente un santo dal sapore laicale, come ho ben espresso nel mio saluto. Non cresce in un convento ma in una casa fatta chiesa per la sua preghiera ed offerta di vita. Non è un prete perché questo suo bel sogno è stato bloccato. Resta un frate Carmelitano, vicino al popolo, capace di capire le nostre lacrime perché lui stesso per primo le ha vissute. Sa parlare alle famiglie, perché in una famiglia ha trovato il suo conforto e la sua consolazione.

In fondo, è un santo che parla a tutti.

Per questo desideriamo lanciare la proposta che la scuola di teologia ha elaborato, dopo la bellezza di questi eventi recenti: offrire cioè un seminario di studio, dal titolo, “la salita al  Monte Carmelo di Fra immacolato, nel suo cammino mistico. Si svolgerà in 5 incontri, ben cadenzati nel mese di giugno, per poter approfondire la sua spiritualità, legandola alla grande tradizione della Mistica carmelitana di San Giovanni della Croce, Santa Teresa d’Avila,  Edith Stein, Teresina di Lisieux. È un dono illuminato pensato per tutta la città come benedizione e grazia.

Non mi resta che rinnovare il mio grazie, dal profondo del mio cuore di vescovo, sempre più ammirato per questa città di Campobasso, che tutti sentiamo sempre più bella e preziosa.

+ p. GianCarlo, Vescovo 

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