Il virus ci distanzia, la preghiera ci unisce

Oggi è una giornata speciale. Perché oggi l’Umanità si compatta e manifesta un bisogno irrefrenabile di speranza, in una pausa attesa di preghiera e di digiuno, oltre che di carità. Il corona virus ha inchiodato tutti noi, in una morsa di ghiaccio. Ha diffuso paura, ponendo un’amara incognita sul nostro futuro. Ha relegato nel nervosismo lo sguardo al domani. Il virus non ha guardato in faccia a nessuno. Ci sentiamo tutti fragili, poveri, soli. Per questo motivo, per reagire con coraggio, l’Alto Comitato per la Fratellanza umana, ha indetto per oggi, giovedì 14 maggio, una giornata di preghiera, digiuno e carità, cui ha aderito papa Francesco, in modo diretto, nel Regina Coeli del 3 maggio scorso.

Perché questa giornata? E’ nata dalla consapevolezza che è necessario, in questo difficile momento di pandemia, far salire al cielo un grido accorato ed unitario, per chiedere al Signore, da parte di tutti gli uomini di ogni religione e fede, di porre fine a questo flagello distruttivo. Il nostro grido, ad una sola voce, si unisce anche per ringraziare tutti coloro che si sono dedicati, con grande spirito di abnegazione, alla cura della malattia, come medici, infermieri, sacerdoti, con un grazie speciale a tutti coloro che ci hanno permesso di poter avere il pane sulle nostre tavole.

Ma non è un gesto innocuo, scontato, perché con questo nostro grido unitario e tenace esprimiamo la necessità di accrescere ulteriormente l’impegno nella ricerca scientifica, per la scoperta del vaccino. Una scoperta, però, che non deve essere proprietà di una o dell’altra nazione. Ma deve avere una ricaduta per tutta l’umanità, così che nessuno osi precluderne il possesso futuro, per i soli interessi nazionalistici. Per questo, la giornata avrà una chiara impronta penitenziale e di supplica. Sarà una giornata di digiuno e di preghiera, che divenga poi carità. Le tre grandi armi, per ottenere dal cielo questa immensa grazia, così necessaria e vitale, per tutti.

E’ un’iniziativa che affonda le sue radici nei decenni precedenti, a cominciare dall’incontro interreligioso di Assisi, con papa Giovanni Paolo II, di cui in questi giorni ricorre il centesimo anniversario della nascita (1920-2020). Tale spirito ha avuto poi un rinnovato slancio di speranza, nell’incontro di preghiera tra Cristiani e Mussulmani, ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019. Quel giorno, ormai storico, ha visto la dichiarazione congiunta del Documento sulla Fratellanza umana, firmato da papa Francesco e dal grande imam della moschea-università del Cairo Al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb.

Si scrive in esso una dichiarazione di dialogo interreligioso, che è diventata attualissima davanti agli sconsiderati attacchi che si sono scatenati per la liberazione di Silvia Romano. Nessuno può entrare nel cuore di questa giovane ragazza milanese, cooperante coraggiosa tra bambini e ragazzi, in una zona povera del continente africano. Per questo, ci fa bene allora rileggere alcune righe della dichiarazione congiunta, tra il Papa e l’Iman mussulmano: “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi!

In questo modo, tutte le religioni sono un decisivo fatto di aggregazione pacifica. Dio infatti è al di là di ogni costruzione umana, anche religiosa e chiede, perciò, di essere incontrato da tutti nella preghiera, nella contemplazione e nella carità, per rinnovare il cuore e lo sguardo di tutti. Da credenti diventeremo fattore di cambiamento per il mondo intero.

Per questo, sentiamo vero lo slogan della giornata: Il virus ci distanzia; la preghiera ci unisce! E quei legami, ne siamo certi, scaturiti dal questa meravigliosa giornata, diventeranno fermento di pace e di solidale giustizia, nel rispetto del Creato, come dono per tutti, proprio nella settimana di ricordo del quinto anno dell’Enciclica Laudato SI (24 maggio 2015), di cui ci auguriamo di poter parlare ancora su queste colonne, grati di questa affettuosa ospitalità amabile. Ai parroci ho chiesto da dare un segno esterno di grande gioia, nel suonare con esultanza a mezzogiorno, le campane a festa. Perché sia festa per tutti.         

                         

Preghiera per l’Umanità

A te nostro Dio, Padre di tutte le creature,

eleviamo il nostro grido di aiuto,

perché tu solo puoi proteggere l’umanità intera,

in questo buio causato dalla pandemia.

A motivo del tuo amore, che guarisce ogni piaga,

fa che non ci perdiamo tra le spine della paura

e il pericolo della povertà.

Tutti insieme, ti chiediamo il dono della tua pace,

perché germogli dalla terra la vittoria su ogni male.

Eredi della tua Misericordia,

in Te confidiamo,

senza mai più rinnegare che siamo fratelli

nel tuo nome. Amen

+p Giancarlo Bregantini, vescovo

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