Il 2 dicembre sfilata straordinaria dei Misteri: un legame popolare e devozionale

“300 Di Zinno, un anno insieme tra storia, cultura e tradizione”

 Il 2 dicembre “Misteri di Natale” sfilata straordinaria dei Misteri. Aspettando il Natale, la città di Campobasso si illuminerà con i suoi preziosi “Misteri” di Paolo Saverio Di Zinno per onorare il tricentenario della nascita. Il clima di festa e di attesa per l’uscita invernale dei 13 Quadri Viventi  si fa sentire. Forte è stato il richiamo di turisti, di curiosi ma anche dei cittadini del capoluogo di regione, mobilitati per l’evento straordinario che avviene, per la prima volta nella storia, dalla prima uscita dei Misteri. Un evento condiviso da tutte le Istituzioni come Diocesi, Comune, Regione, Provincia, Associazioni, Comitato Pro Di Zinno, Mibact.

Non un secondo “Corpus Domini” come tradizione vuole della loro sfilata, ma propriamente detto i “Misteri del Natale” per il trecentesimo compleanno del Di Zinno.

300 anni fa nasce Paolo Saverio di Zinno, artista molisano che, con la sua creatività, diede ordine alla processione dei Misteri e ne segnò la sua durata “effimera” ma eterna. Straordinaria sarà l’uscita dei Misteri programmata domani, domenica 2 dicembre, con un itinerario “di marcia” ridotto. I passi futuri per segnare il riconoscimento UNESCO dei Misteri.

Or dunque sappi che quelle macchine sono  invenzione di un nostro concittadino, a nome Paolo di Zinno….Molto è a dolere che niuno finor abbia pagato al valente artista il debito di lode, e di fama; e sarebbe rimasto ignorato fino il suo nome, se i moltissimi lavori di scultura, che di lui ci rimangono, e quelle ingegnose macchine non ci ricordassero il loro autore“.

Camillo del Luca, nel lontano 1856, esortava i campobassani  a ricordare la figura di questo scultore. Sono passati 300 anni e, pur essendo stato celebrato in pubblicazioni e con l’intitolazione di una piazzetta, Paolo Saverio di Zinno resta ancora sconosciuto  a tantissimi.

Il tricentenario del Di zinno è una importante operazione culturale messa in atto dal Comitato che ha inteso, in questo modo, assolvere al “debito di lode”  nei confronti dell’ideatore dei Misteri, i quadri scenici che ogni anno, dalla metà del Settecento, continuano a sfilare  per le vie della città capoluogo  dello stupendo Molise. Una terra ricca di storia e di tradizione, di cultura agricola e pastorale, trasmessa lungo le vie dei tratturi,  di quegli stessi che anche il Di Zinno avrà percorso tante volte. Una terra distinta da un profondo senso di religiosità popolare che il “Nostro” porta nel cuore durante la permanenza a Napoli per studiare l’arte della statuaria, seguito da maestri  di indubbia perizia, formatisi alla scuola napoletana,  tra i tanti, che i biografi  riportano il nome di Gennaro Franzese.

Perché i Misteri

“Mutare in vivente ciò che è immobile, dare tridimensionalità pulsante di sensazioni alle statue processionali non rinunciando alla verticalità dell’azione: è l’effetto creato dalle Macchine del Di Zinno[1]. Nata per dare sicurezza ai gruppi viventi che sfilavano su barelle e per offrire una maggiore tensione drammatica agli eventi descritti nelle singole azioni sceniche[2], l’idea diventa un capolavoro di sintesi artistica. Utilizzando la città da scenografia fissa, i quadri viventi s’incastonano nelle vie creando un teatro globale in cui le quinte sono rappresentate prospetticamente da palazzi e chiese. Lo schiacciamento prospettico delle raffigurazioni precedenti è superato da meccanismi costruiti intorno ad un asse verticale[3] con il fine di condurre gli occhi del fedele verso il cielo, restituendo a Madonne, angeli e santi uno scenario infinito tra nuvole e sole. La trasformazione della festa si è compiuta. Lo scheletro  del Mistero è smontato per riprendere vita l’anno seguente con volti e personaggi che, in parte, sostituiscono quelli degli anni precedenti, creando un maggiore coinvolgimento del popolo che può catartizzare paure, ansie e angosce offrendo per un giorno i propri figli al Dio della vita. Al di là della simbolica  con cui possiamo caricare di significato le azioni sceniche, permane il legame popolare  festivo” (fonte “Le mani al Cielo di Elia Rubino).  

Programma

ore 15:00 le strutture scheletriche degli “Ingegni”  lasciano  il Museo dei Misteri (via Trento)  per raggiungere piazza Municipio

ore 15:30 Santa Messa presieduta dall’arcivescovo Bregantini  nella Chiesa Madonna della Libera adiacente al Municipio e Benedizione

ore 16:15 Inizio vestizione figuranti e sistemazione sugli ingegni.

ore 17:00 Sfilata straordinaria dei Misteri. Discorso dalla loggia del Municipio.

Cenni storici sui Misteri.  Nel ‘700 i quadri viventi erano allestiti, in occasione del Corpus Domini, dalle confraternite maggiori presenti in città, seguendo il noto criterio dell’alternanza. Sancito con i patti di concordia del 1626, l’accordo era teso a smussare e ad eliminare definitivamente le lotte per la precedenza nelle processioni che avevano portato i confrati a scontri violenti e, in alcuni casi ad omicidi. Da quegli anni gli ingegni, che dobbiamo presumere simili, almeno nei soggetti e  nell’allestimento, a quelli riorganizzati dal Di Zinno, uscivano  5 dalla chiesa di Sant’Antonio abate e gli altri 5  a turno dalla chiesa di S. Maria della Croce e della Trinità. La face dei coloni e degli scarpari, certamente, uscivano dalla chiesa di San Leonardo e annunciavano, già da giorno precedente, l’evento sacro. Grazie  ai documenti ritrovati  nell’archivio storico della Diocesi di Campobasso possiamo ridare la giusta attribuzione dell’allestimento dei quadri.

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[1]D. Catalano, Paolo Di Zinno, gli ingegni e la festa barocca, cit., p.501.

[2]S. Moffa, Lo statuario Paolo Saverio Di Zinno e la devozione popolare nell’aria sannita dei tratturi, cit., pp. 347-348.

[3]D. Catalano, Paolo Di Zinno, gli ingegni e la festa barocca, cit., p.502.

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